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Arezzo

In vendita lo storico ex stabilimento Cantarelli di Rigutino (un milione e 850 mila euro) vuoto da 10 anni

Fu chiuso nel 2015 ed è di una banca, l'azienda si trasferì a Terontola poi nel 2018 l'epilogo e la fine di una storia del made in Italy

Luca Serafini

23 Dicembre 2024, 07:22

In vendita lo storico ex stabilimento Cantarelli di Rigutino (un milione e 850 mila euro) vuoto da 10 anni

L'edificio ex Cantarelli

In vendita a un milione e 850 mila euro lo storico stabilimento Cantarelli di Rigutino. Per decenni è stato un operoso centro di produzione del miglior abbigliamento da uomo made in Italy, dal 2015 è vuoto e in abbandono, in posizione strategica lungo la strada regionale 71. Ora la banca che ne è proprietaria lo colloca sul mercato immobiliare. La novità viaggia sul web (idealista.it) ma è visibile anche ad occhio nudo per chi passa lì davanti. Un cartello sulla recinzione pubblicizza la vendita, mentre la vegetazione sfuggita al controllo in quelle che erano eleganti aree verdi, è stata tagliata: il profilo della costruzione realizzata nel 1970 nella frazione di Arezzo ora si vede bene.

All’inizio si chiamava Farus, poi Confar, creatura dell’illuminato imprenditore umbro-aretino Mauro Raniero Cantarelli, scomparso nel 2006 in un incidente stradale a poca distanza dalla fabbrica. Attività poi proseguita dai figli Alessandro e Rita, quindi dal solo Alessandro. Fino all’epilogo traumatico della chiusura avvenuta nel 2018 con il fallimento per la sommatoria di più componenti di segno negativo: congiuntura sfavorevole, errori strategici imprenditoriali, rigidità del tribunale, totale inefficacia delle azioni messe in campo da istituzioni statali, enti locali, sindacato, con un mondo economico aretino che non volle o non seppe raccogliere il testimone di una eccellenza in crisi per rilanciarla. Quando calò la parola fine sulla Cantarelli, la sede di Rigutino era stata già chiusa investendo sull’accorpamento a Terontola.

“Il complesso immobiliare in vendita è composto da due fabbricati principali e alcuni edifici accessori, per una superficie esterna lorda di 5.601 mq”, si legge nella scheda. “Il fabbricato produttivo, che si affaccia sulla strada statale Sr71, è costituito da una palazzina uffici-servizi ed un corpo di fabbrica adibito a produzione, mentre sul retro si trova un magazzino ed alcuni piccoli fabbricati accessori”. Ogni mattina per 45 anni centinaia di lavoratrici e lavoratori hanno varcato il cancello e animato i locali dove mani esperte e macchine facevano nascere il prestigioso capospalla.

Quando il piano inclinato imboccato dall’azienda si rivelò una discesa senza fine, non ci furono partner credibili per affiancare o acquisire l’azienda. E il tentativo concertato per ripartire con un organico ridotto, ma dimensionato alla nuova realtà, si trovò i bastoni fra le ruote: così il concordato non passò e Cantarelli entrò nel percorso illusorio e inutile dell’amministrazione straordinaria. Un iter pilotato dal ministero ma alla fine dei conti servito unicamente per liquidare a pezzi l’azienda allo scopo di ricavare sostanze per i creditori. Niente continuità produttiva e tutto il personale rimasto (250 dipendenti) a casa. L’ultimo atto fu l’acquisizione da parte di una società bulgara del marchio, dei capi in magazzino, dei macchinari, e dello stabilimento di Terontola.

Il marchio è sparito dai radar dopo una serie di annunci rimasti velleitari, nessuna nuova attività produttiva sul territorio e anche a Terontola, pure lì lungo la 71, il nulla: un altro edificio industriale dismesso e inutilizzato. Ora la vendita di Rigutino da parte dell’istituto di credito al quale era andato l’immobile durante l’acutizzarsi della crisi. Sarà appetibile? Può darsi. Potrà generare occupazione? Chissà. Qualsiasi cosa diventerà la ex Cantarelli, sarà sempre il simbolo di un periodo glorioso ormai lontano e della pessima gestione di una crisi aziendale dove il fallimento non fu solo dell’impresa ma di un intero territorio.

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