POPPI
Enrico Vagnoli
Enrico Vagnoli dopo 53 anni da meccanico, di cui 44 in proprio, oggi posa le chiavi inglesi e chiude la storica autofficina di Poppi.
A rendere amaro il momento del giusto riposo, dopo una vita di lavoro, c’è il fatto di non aver trovato chi volesse portare avanti l’attività. Che a Poppi e nel Casentino è stata un punto di riferimento importante, attraverso i decenni, sinonimo di competenza e affidabilità. L’ultima carta che Vagnoli tenta è quella del comodato d’uso gratuito: chi intende rilevare l’officina, anche per provare, avrà una bella agevolazione di partenza: tutto a disposizione, solo l’affitto da pagare. Vedremo.
Intanto con un avviso sulla vetrina e un post su facebook Enrico ha comunicato, a malincuore, lo stop dall’1 gennaio 2025. Certo, continuerà l’attività di vendita auto, ma non è la stessa cosa. Negli anni sono state migliaia le schede di lavoro dell’officina meccanica per altrettanti veicoli riparati o controllati, a dimostrazione di un servizio molto richiesto e utile nella vallata, in provincia di Arezzo. Ora cala la parola fine.
- Vagnoli, cosa prova?
Una sensazione strana. Dispiace che non ci sia continuità dopo aver creato e tenuto al passo con i tempi l’officina. Il meccanico è il mestiere più bello del mondo. Sono nato nel 1958, ho iniziato a fare questo lavoro nel 1972, avevo l’attitudine alla meccanica, poi nel 1981 mi sono messo in proprio. All’inizio era un piccolo fondo, poi l’attività è cresciuta e si è strutturata: il capannone, il salone per la vendita.
- Nessuno finora si è fatto avanti per dare continuità all’officina. Come mai?
Manca la volontà di mettersi in gioco, di prendersi delle responsabilità. Anche tra persone con la passione e la competenza giusta, non c’è quello spirito che una volta noi avevamo: il desiderio di osare, di costruire. La gente ti dice: ‘ma chi me lo fa fare...’ Così eccoci al punto di dover chiudere, ed è un peccato.
- Il comodato d’uso gratuito è quasi un regalo.
Infatti spero in quello. Diciamo che l’officina è in stand by. Ci sono tutte le attrezzature comprese quelle di nuova generazione, perché ci siamo sempre tenuti in linea con il progresso tecnologico entrato nel nostro campo. Io sono disponibile per dare tutto il mio sostegno e supporto. Prenderei solo il canone di affitto. Chi volesse, potrebbe almeno fare una prova. Partendo, poi, da una affezionata e numerosa clientela.
- L’officina dava lavoro a 5 persone: lei, la moglie e 3 dipendenti. Enrico, era proprio l’ora di smettere?
Beh, ad un certo punto l’età ti consiglia di rallentare, di dedicarti ad altro. Sono diventato nonno, sento il bisogno di staccare.
- Suo figlio non era interessato?
Mio figlio è ingegnere e ormai da un po’ vive a Bruxelles. Dei dipendenti uno è andato in pensione, gli altri hanno fatto scelte diverse. Personalmente ho sondato varie persone, potenziali successori nella conduzione dell’attività, ma tutti vogliono stare tranquilli. Così 400 metri di officina restano fermi ed è un peccato mortale chiudere un’azienda che va. Sarà dura vederla chiusa. Speriamo che il 2025 porti qualche novità.
- Le mancherà il ruggito dei motori?
Per me non è un ruggito, è musica. Negli anni è stata una soddisfazione risolvere problemi meccanici anche complicati, ai quali pensavi pure di notte e poi trovavi la soluzione. Restituire auto riparate, affidabili. Ci siamo evoluti, al passo con il digitale, tra corsi di aggiornamento, computer. Oggi che chiudo, io mia moglie Marialuisa e i miei collaboratori ringraziamo tutti i clienti. E sono pronto a mettere a disposizione patrimonio tecnico e bagaglio di esperienza.
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