Arezzo
Scale mobili a singhiozzo. Rampe troppo spesso ferme anche sotto le feste, a discapito del popolo della Città del Natale e dell’immagine di Arezzo. Il bilancio resta senza dubbio positivo, considerato l’enorme lavoro svolto dall’infrastruttura cittadina tra parcheggio Pietri e piazza del Duomo, ma provare a sanare certe lacune e migliorare il funzionamento delle scale, è lecito per un polo turistico di prim’ordine come Arezzo. L’impianto è di proprietà del Comune, gestione e manutenzione a carico della partecipata Atam.
Carla Tavanti, amministratore unico, spiega: “Le scale mobili hanno superato lo scorso anno la revisione decennale che comporta tutta una serie di passaggi tecnici, adeguamenti e verifiche, ma questo non impedisce che possano verificarsi dei problemi”. Tavanti aggiunge: “Basta che un oggetto, un qualsiasi corpo estraneo cada e si infili nelle fessure dei gradini, arrivando agli ingranaggi, che la catena si blocca e le rampe si fermano.
Capita spesso ed è sufficiente un fermaglio per capelli o la linguetta di una lattina per inceppare le scale”. Il 26 dicembre, Santo Stefano, si è poi verificato un episodio di natura diversa: un’anziana donna, con passo incerto, inesperta, si è avvicinata al primo gradino, esitante, ed è caduta portandosi dietro anche l’uomo che era con lei. “Per fortuna nulla di grave dal punto di vista delle conseguenze fisiche per le persone”, spiega l’amministratore di Atam, Carla Tavanti “ma in questi casi il responsabile di esercizio delle scale mobili dispone il fermo dell’impianto per eseguire le verifiche e gli accertamenti di prassi, indispensabili anche dopo banali incidenti, che si verificano più spesso di quanto si pensi. Il fermo è durato tre giorni”.
Oltre ai fatti occasionali, le scale mobili hanno poi un duplice deficit di partenza strutturale, legato alle tecnologia piuttosto vecchia, con pezzi di ricambio che si trovano meno facilmente, e soprattutto per la conformazione dell’impianto che la espone agli effetti delle temperature e degli eventi atmosferici. “La parte iniziale e terminale” spiega Carla Tavanti “sono scoperte e ogni volta che la temperatura scende sotto i 3 gradi, il quadro elettrico va in blocco; per il ripristino serve l’intervento dei tecnici della Schindler che al momento del fatto possono trovarsi lontano da Arezzo e questo comporta dei tempi di attesa non brevi. Anche gli eventi di pioggia intensa a volte sono causa del blocco dell’impianto perché pur essendo la struttura dotata di canali di convogliamento delle acque piovane, eventi di particolare intensità comportano che i detriti fangosi provenienti dal Prato, di cui gli aghi di pino sono la parte preponderante, vadano a esondare nelle fosse dell’impianto provocandone il fermo e l’interruzione del servizio”.
La possibile soluzione per questi handicap sarebbe la copertura delle scale mobili. “Senza dubbio” afferma Tavanti “ma questo investimento riguarda la sfera decisionale dell’amministrazione comunale. Un primo progetto proposto anni addietro, trovò sbarramento in Soprintendenza per questioni estetiche e di impatto visivo”, ricorda l’amministratore di Atam. Forse è giunto il momento di riprendere un dialogo tra gli enti per individuare se ci sono i margini per apportare correttivi con nuove soluzioni e materiali. “L’accesso alla città dal parcheggio Pietri prima era considerato un’alternativa, ora è diventato quello principale”, osserva Francesca Lucherini, assessore comunale (urbanistica) figlia dell’ex sindaco Luigi, che fu padre delle scale mobili, opera che dette un tocco di modernità ad Arezzo. “Si tratta di una risorsa per la città, che merita di essere valorizzata appieno, quindi ben venga una riflessione tra tutti i soggetti coinvolti e interessati”, conclude Lucherini.
Gli fa eco l’assessore ai lavori pubblici Alessandro Casi. “Le risorse economiche, alla fine si troverebbero, ma il nodo da sciogliere è quello autorizzativo” dice Casi. “Va avviato un nuovo percorso con la Soprintendenza per arrivare a coperture non impattanti nelle zone scoperte delle scale mobili”. L’assessore e presidente di Arezzo Intour, Simone Chierici, concorda nella necessità di una riflessione: “Dalla parte delle scale mobili, oggi arriva forse il 50 per cento del flusso totale di visitatori verso il centro storico e questo è un dato da valutare. Anche in occasione della Fiera Antiquaria o per la Madonna del Conforto, è un punto di accesso primario. Qui arrivano anche molte comitive in pullman e certamente la presenza di un servizio scale mobili sempre efficiente ed affidabile ha la sua importanza”.
Vedremo. Con la recente revisione, le scale mobili hanno il pass fino al 2034. Ma 20 anni dopo la loro inaugurazione e la felice intuizione di Lucherini, la città turistica necessita di qualcosa di più aggiornato e impeccabile.
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