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Arezzo

Il caso di Samuele Landi intriga gli Usa: reportage del New York Times. Eutelia, i guai, la fuga e il tragico naufragio

Luca Serafini

09 Gennaio 2025, 08:31

Il caso di Samuele Landi intriga gli Usa: reportage del New York Times. Eutelia, i guai, la fuga e il tragico naufragio

Reportage su Landi

Game over. La vita da videogioco di Samuele Landi, dagli albori alla gloria fino al tragico naufragio, ora appassiona gli Usa. Un documentatissimo reportage pubblicato il 7 gennaio dal The New York Times e realizzato dalla giornalista Atossa Araxia Abrahamian, ripercorre da capo a fondo la straordinaria vita dell’imprenditore aretino padre di Eutelia, poi evasore, bancarottiere, latitante, console della Liberia, in precedenza paracadutista, motocrossista oltre che geniale esperto di telefonia e web, infine libertario fautore di Aisland la città galleggiante svincolata da obblighi di ogni tipo, in primis fiscali. Quella chiatta malmessa dove Samuele viveva con l’equipaggio e 5 gatti, e che nei progetti doveva crescere e svilupparsi, ma a mezzogiorno del 2 febbraio 2024 è diventata la sua tomba in mezzo alle mostruose onde del Golfo Persico, tra Dubai e l’Iran.
Morto. Fino a prova contraria.

Anche se dagli Emirati Arabi ad Arezzo la cortina di nebbia da 11 mesi è rimasta fittissima.
Procura della repubblica aretina e questura non hanno informazioni certe sul decesso, l’avvocato storico di Landi, Amedeo Di Segni, tagliato fuori da ogni comunicazione, a ieri nulla sapeva delle comparazioni dna in corso a Firenze, mentre la famiglia evita accuratamente ogni contatto. L’unico a rispondere al Corriere di Arezzo è stato Gian Luca Vanni, cugino della moglie di Landi, che di ritorno da Dubai, all’epoca fu perentorio: “Il corpo è di Samuele”.

Ma il servizio del New York Times non si occupa degli aspetti da giallo della vicenda, indaga in modo analitico la vita di Landi fino a quel giorno di tempesta, quando a 58 anni venne inghiottito dalle onde, come profeticamente aveva predetto al regista Oswald Horowitz. Titolo del servizio del NYT: “Come un uomo d'affari in fuga dalle accuse di frode si è costruito una vita offshore”. Per realizzarlo, la collega americana ha anche soggiornato ad Arezzo, insieme alla giornalista Sabika Shah Povia, incontrando testimoni e personaggi, anche il sindaco Ghinelli.

Programmatore informatico ed ex ad di Eutelia, quinto operatore italiano delle telecomunicazioni negli anni Duemila, Landi emerge dal reportage come persona di talento, uno Steve Jobs italiano, passato dagli affari a pericolose traiettorie nei paradisi offshore, in barba al fisco. Da un anno viveva nella piattaforma galleggiante a 30 miglia da Dubai, tra container, attrezzature, rifornimenti e utopie. Chiatta battente bandiera Liberiana, il Paese del quale era riuscito a diventare console generale con il relativo scudo protettivo sul quale rimbalzavano i mandati di cattura internazionali.

Era un uomo con terra bruciata intorno e quindi esiliato in mare, quello raccontato dall’inviata del NYT. In fuga a partire dal 2010, anno dell’insolvenza di Eutelia, dapprima macchina sforna-milioni e poi società in rosso. I processi, la rottura con gli altri membri della famiglia, la celebre foto con il coltello tra i denti ai tempi dell’aspro scontro con sindacati e dipendenti non pagati.
Si parla di denari nascosti in Svizzera e di criptovalute, della diplomazia come stratagemma per l’impunità, con la celebre immagine che nel marzo 2022 lo ritrae accanto al presidente liberiano George Weah, ex attaccante del Milan e padre del giocatore della Juve.

Gli ultimi bagliori prima del game over di Landi somigliano a quel gioco dei primi pc, Packman, con vicoli ciechi ovunque e finale negativo: rattoppi, perdite, saldature d’emergenza alla barca. Riparazioni inutili contro l’onda anomala fatale.

La giornalista Usa ripercorre le origini, i tempi felici di Plug It, il business con i numeri telefonici che impazzavano nelle tv tra cartomanti, astrologi, meteorologi e intrattenitrici erotiche. Dal 2003 l’ascesa impetuosa, le fusioni, la mutazione in Eutelia, provider di telefonia e internet. La Borsa di Milano nel 2004. Affari di famiglia che ben presto cominciarono a scricchiolare. Il coperchio sollevato dalla Guardia di Finanza e le accuse: fatture false, denaro sottratto all’azienda, milioni e milioni, per finire in paradisi fiscali. Frodi. Nel 2009 situazione ormai fuori controllo.

Arriva poi il commissariamento, contestato fino alla fine dei suoi giorni da Landi. Il conto della giustizia chiesto in tribunale (saranno 14 gli anni di condanna), con la scelta di Landi di lasciare l’Italia per Dubai insieme a moglie e figli. La sua difesa è stata anche l’attacco, verso il ministero e verso la procura di Arezzo. La nuova vita negli Emirati mettendo a frutto abilità e competenze e avvalendosi di un patrimonio non stimabile.
Il legame con Arezzo sempre mantenuto. Il sito Informarezzo acquistato nel 2022 da Paolo Casalini e spento dopo il naufragio dalla famiglia.

Ricercato in Italia, intoccabile a Dubai. Capace di districarsi nella sua non facile situazione, prototipo della vita offshore, fino alla decisione, spinto dagli eventi, di trasferirsi il 22 dicembre 2022 nell’imbarcazione pagata, pare, 200 mila dollari. Sete di libertà. Lì dove al regista Horowitz disse: “Morirò in mare”. Aveva un orto, i gatti, un equipaggio di 4 collaboratori, la possibilità di collegarsi con il mondo grazie alla connessione satellitare Starlink di Elon Musk. Aveva progetti, fino alla fine: voleva creare davvero la città galleggiante, e dotarsi di una mitragliatrice. Forse percepiva la presenza di nemici pericolosi generati dalla sua esistenza su livelli alti e fuori dagli schemi.

L’epilogo, sappiamo, sono il messaggio a Horowitz di fine 2023: “Muoviti o muori” per invitarlo a seguire la sua avventura. Gli ultimi contatti con i familiari. Lo schiaffo dell’onda che spezza la chiatta in due come un biscotto. L’articolo del New York Times si conclude con il bilancio della tragedia: due membri dell'equipaggio di Landi sopravvissuti aggrappandosi a pezzi di legno, recuperati l’indomani, mentre Landi e i due marinai “non sono stati così fortunati.”
The end. Così pare.

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