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LA STORIA

Arezzo, forno crematorio fuori uso. Il racconto di Lucia: "Mio padre portato a Grosseto con altre salme, costi e chilometri"

Francesca Muzzi

10 Gennaio 2025, 03:41

Tempio crematorio

Ancora fuori uso il tempio crematorio

Il guasto al forno crematorio è stato individuato. Non sappiamo ancora quale sia la tempestica per rimetterlo in funzione, ma speriamo di farlo prima del 25 di gennaio”. L'avvocato Guglielmo Borri, presidente di Multiservizi, annuncia quella che è stata la prima ricognizione al tempio crematorio, fuori uso dal 20 dicembre scorso. “La ditta incaricata arriva da Modena - spiega ancora - Il pezzo che si è rotto è già stato ordinato e sta arrivando. Faremo di tutto perché venga aggiustato prima possibile e possa riprendere il suo funzionamento”.
Ma intanto le famiglie che chiedono il servizio di cremazione per un loro caro continuano a fare avanti e indietro fuori provincia e, a volte, fuori regione, perché devono servirsi di altre strutture con aggiunta di costi. Le tariffe infatti per i non residenti sono più care. Come succede anche ad Arezzo, così a Siena, Grosseto, Perugia e Cesena dove sono obbligate a servirsi del forno crematorio. Una di queste famiglie ha raccontato la sua storia accaduta proprio durante il periodo di Natale. Lucia, per motivi di privacy utilizziamo un nome di fantasia, è una delle persone, forse la prima, che il 20 di dicembre, si è sentita chiamare dalla Multiservizi dicendo “il forno crematorio è guasto e il servizio è sospeso”. “In quel momento non sapevamo che cosa fare - racconta -La volontà del mio babbo era quella di essere cremato. Quando è venuto a mancare, ci siamo rivolti alla Multiservizi, oltre che ad un’agenzia di pompe funebri che ringraziamo per il loro supporto”. “La cremazione - racconta Lucia - era in programma per il 20 dicembre. Ma il giorno stesso che ci sarebbe dovuto essere il rito, ci hanno chiamati per dirci che il servizio non ci sarebbe stato, perché il forno si era guastato”. A questo punto, Lucia è stato costretta a portare via suo padre: “E sinceramente da quel giorno non so dove sia stato messo. Mi hanno detto in una stanza all’obitorio del San Donato, ma, sinceramente non abbiamo saputo niente”. In quella settimana - quella di Natale, tra l’altro - Lucia, insieme agli addetti delle pompe funebri, ha cominciato invece a cercare un altro tempio crematorio. “Abbiamo trovato posto la settimana successiva, il 27 dicembre, a Grosseto con aggiunta di costi. E quindi potete immaginare come abbiamo passato il Natale, periodo dell’anno dove tutto si amplifica gioie e dolori, soprattutto”, prosegue Lucia. “Lo avremmo passato male anche se la cremazione ad Arezzo fosse avvenuta, ma sapere che mio padre era da solo, in una stanza e non avevamo ancora dato seguito alle sue volontà, ci addolorava ancora di più”. Ma non è finita. Perché “ci hanno chiesto, poi, una volta cremato se potevamo andare noi, con la nostra auto, a riprendere le ceneri”. Prima però, c’è stato il trasporto della salma che è avvenuto tramite l’agenzia di pompe funebri. “E’ stato portato a Grosseto con un furgone, insieme ad altre salme che avevano, invece, il servizio prenotato per Siena. Per fortuna poi le ceneri di mio padre, ce le ha riportate l’agenzia funebre, che ripeto ringraziamo e non siamo dovuti andarle a prendere noi”. “In quei giorni ho pensato anche -prosegue ancora Lucia - di non seppellire mio padre ad Arezzo, poi abbiamo cambiato idea”. La storia di Lucia è simile a quella di tante altre famiglie che in questo periodo hanno dovuto affrontare lo stesso dolore. “Non auguro a nessuno - prosegue ancora Lucia - quello che abbiamo passato in questo periodo. Il disservizio ci ha provocato un dolore ancora più grande anche a livello psicologico. Perché è un dolore che si aggiunge ad altro dolore”. Adesso, l’unica speranza, è quella che il servizio del forno crematorio riprenda prima possibile, come ha detto il presidente di Multiservizi, Guglielmo Borri. Altrimenti le famiglie continueranno a doversi servire di altre strutture con altra aggiunta di spesa.

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