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EMERGENZA ABITATIVA

Arezzo, in 550 fanno domanda per le case popolari. Sono 122 in più rispetto al 2022

Francesca Muzzi

14 Gennaio 2025, 03:07

Case popolari ad Arezzo

E’ scaduto il bando per le case popolari. In 550 hanno presentato la domanda. Un numero che è relativamente aumentato rispetto agli anni scorsi. Due anni fa, le domande, alla scadenza del bando, furono 428, ma a seguito della verifica dei requisiti di partecipazione, il numero degli ammessi si ridusse a 230. Anche questa volta le 550 domande presentate dovranno essere controllate e dovrà essere pertanto verificata per ciascuna di esse la sussistenza dei requisiti di ammissione. A conclusione di tale procedimento sarà formulata la graduatoria contenente l’elenco di tutti gli ammessi in ordine di punteggio. Si prevede che tale graduatoria sarà pubblicata nel mese di maggio. Sebbene, il numero delle domande, sia più alto rispetto agli anni scorsi, occorrerà comunque attendere il completamento dell’istruttoria da parte degli uffici per capire se il numero degli aventi diritto è effettivamente aumentato. Ma se il numero delle richieste per avere gli alloggi popolari è maggiore, a oggi, lo stesso non si può dire per quanto riguarda il numero delle case popolari che sono a disposizione. Perché se il ricambio dentro le case c’è per quanto riguarda gli inquilini, lo stesso non si può dire delle case stesse. A lanciare l’allarme è il presidente di Arezzo Casa, Lorenzo Roggi, che sottolinea: “Mancano gli alloggi popolari. E soprattutto non ci sono nuovi piani edilizi sia nel comune di Arezzo che in tutta la provincia. Restano solo 13 alloggi da costruire o comprare a Bibbiena dal mercato dell’ invenduto e poi non avremo nessun altra possibilità per quanto riguarda le assegnazioni”. Le ultime case che vennero assegnate in città risalgono al dicembre del 2021 in via Pisacane, nella zona di Pescaiola, quando furono consegnati 15 appartamenti. Attualmente non ci sono ulteriori piani edilizi. “E pensare - sottolinea ancora Lorenzo Roggi - che ci sono degli immobili ad Arezzo che non sono utilizzati - certo, di proprietà privata - ma che potrebbero dare una grossa mano a risolvere il problema”. Tra questi - ribadiamo proprietà privata - il palazzo in via Giotto, dove un tempo c’era la Camera di commercio, oppure l’ex albergo Europa proprio a due passi dalla stazione ormai chiuso da anni. Soluzioni che potrebbero avere un’altra destinazione d’uso, per esempio progetti di co-housing come avviene nel nord Europa. Oppure come per esempio per l’ex scuola elementare di Pescaiola, dove, prima del Covid, c’era il progetto di adibire la struttura ad alloggi temporanei per supportare i bisogni abitativi dei soggetti con difficoltà economiche. Progetto che si è fermato sia per a pandemia che successivamente. Grazie infatti ai fondi stanziati dal Pnrr “abbiamo deciso di fermare e quindi di non spendere soldi per una struttura, quella di Pescaiola, che sarebbe stata simile a quella che sorgerà in via Garibaldi - sottolinea l’assessore Casi - e che invece è finanziata con i soldi del Pnrr”. Per il momento, però, non ci sono ulteriori progetti sull’ex scuola elementare di Pescaiola. Intanto a maggio sapremo quante di queste 550 domande abbia superato l’ulteriore scrematura secondo quelli che sono i criteri regionali.

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