Arezzo
Serenella e Alessandro
E' l'ora del giudizio per Alessandro Sacchi, l'ottantenne di Arezzo che il 21 giugno 2024 ha ucciso con un colpo di pistola la moglie Serenella Mugnai, 73. Lei era malata di Alzheimer e l'uomo, stabilisce la perizia, in quel momento non era nel pieno delle facoltà mentali per lo stress accumulato nella difficile gestione del problema. La vita di coppia era stravolta, non riusciva a gestire la situazione.
Un banale litigio sulla lavatrice e sull'ora di andare a dormire scatenò l'atto violento. Stamani, giovedì 30 gennaio alle 9.30, riprende il processo in Corte d'Assise che potrebbe concludersi rapidamente, forse anche nella stessa giornata. I giudici togati e popolari devono decidere qual è la pena congrua per l'imputato - che è libero, non sottoposto a misure cautelari - in considerazione della perizia psichiatrica e del contesto in cui avvenne il delitto in viale Giotto.
L'uomo - che utilizzò una vecchia pistola appartenuta al padre - non è pericoloso socialmente, non ha precedenti, vita irreprensibile, soffre per quanto avvenuto. “Non ce la facevo più”, disse alla polizia che andò ad arrestarlo nell'appartamento, dopo che lui stesso aveva avvisato i vicini di casa. Una vita insieme, con Serenella, che la malattia neurologica, galoppante, aveva trasformato. La corte si trova a valutare quello che non è un classico femminicidio. Fatto grave, comunque, per il quale in base al codice penale e alla vicenda sarà irrogata la pena ritenuta di giustizia. Nel processo non c'è parte civile.
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