Venerdì 05 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Arezzo

Uccise la moglie malata, offre risarcimento ad una associazione e chiede giustizia riparativa

Luca Serafini

30 Gennaio 2025, 11:43

Uccise la moglie malata, offre risarcimento ad una associazione e chiede giustizia riparativa

Offre un risarcimento economico e chiede la giustizia riparativa l'uomo di 80 anni, Alessandro Sacchi, di Arezzo, che nel giugno del 2024 ha ucciso la moglie Serenella Mugnai, 73, con un colpo di pistola. La perizia dice che l'omicidio avvenne a causa dello stress accumulato dall'uomo, alle prese con l'Alzheimer della moglie, che aveva spezzato la normalità della vita di coppia e non riusciva a gestire. Il processo che si celebra in Corte d'Assise è stato interrotto per consentire ai giudici di valutare la richiesta di giustizia riparativa, legata alla riforma Cartabia, un percorso presso una associazione che opera nel mondo femminile, che può incidere nella gradazione della pena in fase di sentenza. Sempre mirata alla concessione di attenuanti è l'iniziativa annunciata dalla difesa di Sacchi di dare una somma economica ad una associazione di solidarietà. Nel processo, infatti, non c'è parte civile. Nell'udienza davanti ai giudici togati e popolari sentiti alcuni testimoni, vicini di casa e amici della coppia che hanno riferito dell'unione, solida tra i due, che negli ultimi tempi era cambiata. Un banale bisticcio fu seguito dal colpo di pistola alla testa della donna. Poi Sacchi si fece arrestare. La psichiatra della difesa ha esposto in termini medici e scientifici il quadro della situazione, riferendo anche di episodi sentinella. Fu un momento acutissimo di alterazione, reazione abnorme allo stress patologico di cui soffriva in quel momento. Una perizia della procura ha stabilito la semi infermità di mente di Sacchi, che quindi avrà uno sconto di pena. Negato invece il giudizio abbreviato che avrebbe ridotto ancora l'entità della condanna. Prossima udienza il 24 febbraio, la corte scioglierà il nodo sulle richieste difensive, sentirà l'ultimo testimone, quindi le conclusioni del pm Marco Dioni e degli avvocati Piero Melani Graverini e Stefano Sacchi, e la sentenza. L'uomo è libero dopo che il gup ha ravvisato che non esistono esigenze cautelari. Obiettivo della difesa è contenere la condanna sotto i 10 anni: sarà il processo, con la valutazione finale della corte a fissare la congrua pena per un delitto che in via teorica per il codice penale, senza la riduzione per il vizio di mente, arriva fino alla punizione con l'ergastolo.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie