Arezzo
Una delle pecore e la famiglia
Veronica porta in grembo un bimbo e Giovanni, il futuro nonno, davanti al nuovo scempio nell'allevamento provocato dal lupo, esclama: “Cosa gli lascerò?” Due agnelli sgozzati e otto pecore idem, altre due ferite e dieci disperse. E' il bilancio dell'ennesima scorreria del predatore nell'azienda di fratelli Giovanni e Bernardo Contena, località Casa Bianca, a Ponticino sul versante non di Pergine Laterina, ma di Civitella in Val di Chiana, vicino alla diga della Penna.
“Abbiamo scoperto la strage alle 6” dice Veronica, compagna di Matteo, che è figlio di Giovanni e rappresenta la seconda generazione della famiglia di allevatori. “Il veterinario dell'Asl è andato via adesso e ci ha confermato quello che era evidente: è stato il lupo, anzi i lupi, perché senz'altro ha agito un branco e in zona di recente ne sono stati visti 5 insieme”. Veronica è anche presidente del comitato Resistenza pastorale, che si batte per misure più efficaci a tutela di chi lavora nella pastorizia, ma in generale per tutta la collettività. “Chiediamo un incontro con il prefetto di Arezzo, Clemente Di Nuzzo, perché crediamo debba prendere a cuore le nostre difficoltà”. Matteo, il compagno di Veronica, tempo fa per protesta portò ad Arezzo la carcassa di una pecora uccisa dal lupo e la mise in mezzo alla strada in piazza Guido Monaco. Attirò l'attenzione, ma ha anche dovuto pagare la multa e potrebbe comparire davanti a un giudice.
“Chiediamo solo di poter lavorare, il contenimento dei lupi sarebbe già previsto dalle norme, però serve la volontà delle istituzioni” riprende Veronica. “La nostra azienda ha circa 550 ovini per la produzione del latte. Gli 84 ettari sono perimetrati e gli animali attaccati si trovavano dentro la recinzione metallica anti lupo, alta due metri e mezzo e con tre fili spinati dal basso all'alto. Il lupo ha fatto una buca sotto al primo, riuscendo a superarlo e una volta dentro, i nostri animali non hanno avuto scampo”.
Gli ovini uccisi dal lupo hanno un valore economico di 250/300 euro a capo. Le femmine erano gravide. Il danno c'è, certamente l'azienda potrà procedere alla richiesta di risarcimento come previsto dalla Regione, ma questo ulteriore attacco - non certo il primo - ha effetti anche in termini di esasperazione, nel morale.
Questa storia del lupo, da rendere meno dannosa, probabilmente con interventi di selezione, nonostante la recente declassificazione europea non c'è verso di schiodarla. “Lancio un appello: vorremmo poter organizzare un incontro con il prefetto di Arezzo per parlare con lui di questa cosa...”, dice Veronica. Un po' di perplessità c'è anche sulle regole vigenti che disciplinano i risarcimenti legati alle recinzioni elettrificate e al numero di cani con pedigree. Misure molto onerose. “Stando alle proporzioni, rispetto alla superficie, occorrerebbero 8 cani con pedigree nella nostra azienda. Ne abbiamo 3, uno con pedigree. Non sono intervenuti? I cani per natura non rischiano un attacco sapendo di essere numericamente inferiori”.
Purtroppo sarebbe l'ora, dicono all'azienda Contena, che le deroghe alla direttiva Habitat venissero attuate: contenimento del lupo in determinate situazioni con abbattimenti selettivi.
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