Arezzo
La tragedia all'Archivio di Stato
Verso la sentenza per la tragedia all'Archivio di Stato: due impiegati morti sul lavoro, asfissiati dal gas argon. Oggi è il giorno della requisitoria. Il pm Laura Taddei tirerà le somme dopo le numerose udienze in cui si è sviluppato il processo ai 13 imputati chiamati a rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo. Si attendono richieste di condanna o di assoluzione, caso per caso.
Era il 20 settembre 2018. Piero Bruni e Filippo Bagni, dipendenti statali, furono uccisi dal gas incolore e inodore espulso dalle bombole dell'impianto anti-incendio, scattato senza che vi fosse fuoco, in seguito ad una concatenazione di malfunzionamenti e imperfezioni. In più, i malcapitati pare non fossero perfettamente informati dalla pericolosità dell'argon e delle necessarie misure di protezione da adottare. Sentito l'allarme entrare in funzione, scesero le scale per rendersi conto e l'esalazione li fulminò sul pianerottolo. Crollarono a terra all'istante.
Tra gli imputati ci sono il direttore dell'Archivio di Stato dell'epoca e quello precedente, l'ex comandante dei vigili del fuoco e tutta una serie di figure impegnate nella installazione e manutenzione dell'impianto o nella formazione del personale. C'era anche una valvola montata al contrario che fece rilasciare l'argon nello stanzino: assente lo sfiato che consentisse al gas di disperdersi all'esterno. Errori, omissioni, superficialità, elementi intorno ai quali si è sviluppato il dibattimento, tra perizie di vario segno. Il 20 febbraio parola alle parti civili, i legali di mogli e figli delle vittime. Quindi nelle udienze del 6 marzo, 20 marzo e 4 aprile, spazio alle arringhe dei difensori, poi il 17 aprile le repliche, infine la camera di consiglio e la sentenza il 15 maggio.
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