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Arezzo

Sanremo, il primo sax Santucci veterano del festival. "Nell'orchestra Rai dal 1988. Fatica e concentrazione. Chi vince? Dico i miei preferiti"

Luca Serafini

10 Febbraio 2025, 07:27

Francesco Santucci

Francesco Santucci

E' il suo Sanremo numero 37 perché già nel 1988 Francesco Santucci suonava nella città dei fiori, in quell'anno al teatro del Casinò, sempre nell'orchestra della Rai. Poi il passaggio all'Ariston dove è il veterano assoluto del festival che inizia domani. Nato a Perugia ma cortonese d'adozione, 61 anni, Santucci è il primo sassofono dell'orchestra che accompagnerà artisti e ospiti della 74esima edizione. Talentuoso, versatile, ultimo disco realizzato sei mesi fa, innamorato della città etrusca, prestigiose collaborazioni alle spalle, Santucci ha gusti musicali diversi rispetto a quelli della canzone sanremese, ma da professionista certosino qual è, mette al servizio la sua tecnica sopraffina.

- Santucci, quanti pezzi dovrete suonare?

Un'ottantina, considerando i 29 brani in gara, le cover, gli ospiti. Un bell'impegno. Ah, poi ci sono anche gli stacchi musicali...

- E' a Sanremo da quando?

Dal 22 gennaio. Ci sono le prove che precedono il festival. Impegnative. Non è tutto semplice come può sembrare dall'esterno. C'è un grande lavoro e anche faticoso.

- Per capire, che orari fate?

Sabato sera abbiamo finito di provare verso l'una, poi c'è da smontare, cambiarsi, uscire... quindi si va a letto tardissimo. E la mattina dopo si riprende. Abbiamo il cestino per il pasto. Non, non è una passeggiata.

- Quanti siete nell'orchestra?

Una cinquantina. C'è un clima molto professionale tra noi. Ognuno deve fare la sua parte con scrupolo. C'è armonia e rispetto, siamo qui per lavorare.

- Qualità delle canzoni?

Difficile dare un giudizio, la stessa qualità dei brani è definita dal gusto personale. C'è, questo sì, una competizione altissima. Posso dire che si formano gruppi contrapposti, la rivalità e forte.

- Che edizione è con Carlo Conti?

Molto ben organizzata. Lui, poi, è il vero toscano. Alla mano. Molto bravo, competente, non se la tira. Non fa nulla per mettersi in evidenza, si mette da una parte e controlla. Grande discrezione e zero protagonismo. Se c'è da intervenire, interviene e si fa sentire.

- Più faticose le prove o le serate?

Senza dubbio le prove. Immaginiamoci giornate di 14 ore a sedere, dalle 10 fino a mezza notte passata. Abbiamo pause pasto di un'ora. Grande impegno per assicurare il massimo del rendimento. No, non è una pacchia. Concentrazione e fatica fisica. Energie, riposo e alimentazione da calibrare. Ritmi incalzanti.

- Dopo il festival una bella vacanza?

Dopo Sanremo, Cortona, dove con Antonella, figlia di un cortonese, abbiamo deciso di stabilirci ormai 15 anni fa.

- Com'è iniziata la sua avventura con la musica?

Da piccolo ad un concerto degli Amici della musica di Perugia, mio zio mi portò a sentire un pianista, bravissimo, fu una folgorazione. Andai nel camerino. Volevo saperne di più. Quindi ho frequentato la banda di Corciano. Ho scelto il sax, ho fatto il conservatorio.

Per Santucci una carriera lunga, prestigiosa. A fianco di grandi artisti nazionali e internazionali, Al Jarreau, Gloria Gaynor, Gino Vannelli, Sting, Tullio De Piscopo, Pino Daniele e molti altri. A festival terminato, si promette di astenersi per un po' dalla musica. Relax nella quiete di Cerini, località collinare sopra Terontola, in un casolare del 1200. Il piccolo paradiso del primo sax dell'orchestra della Rai.

- Ah, maestro... chi vince?

Mah, difficilissimo fare previsioni. Se guardiamo i social Fedez, Shablo e Olly, ma a mio gusto io sono per Cristicchi, Giorgia e Lucio Corsi ... poi vedremo, ci sono troppe varianti in ballo.

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