Arezzo
Ha risposto al giudice, ha collaborato ed è agli arresti domiciliari l'operaio di Italiana Horo accusato di essere stato il basista della rapina del 28 giugno 2024 a Badia al Pino. Quando due banditi travisati con casco e cappellino, a bordo di uno scooter, spruzzarono spray urticante all'imprenditore Ugo Gronchi, portandogli via una verga d'oro del valore di 600 mila euro.
Il dipendente 32enne, originario della Romania, era accanto al datore di lavoro e stando a quanto emerso dalle indagini, avrebbe fornito l'assist alla banda di campani (Napoli, Caserta, Salerno) favorendo l'azione criminosa. Il gip di Arezzo Giulia Soldini ha accolto la richiesta degli avvocati difensori Tiberio Baroni ed Eugenio Baroni ed ha applicato una misura cautelare meno grave. Il 32enne ha lasciato il carcere dove si trovava da martedì ed è agli arresti presso la casa della compagna ad Arezzo. I suoi legali dichiarano di aver apprezzato l'ordinanza del giudice che consente al giovane di avere una seconda chance.
Il dipendente fedifrago soffre di ludopatia, dipendenza dal gioco, e questa sarebbe stata la causa alla base dell'errore commesso. Per far fronte a debiti avrebbe fornito ai malviventi indicazioni su orari, luoghi e movimenti per compiere l'agguato al titolare. Avviati contatti con il Sert per un percorso di recupero. Nella spartizione del bottino, a quanto risulta, il 32enne non avrebbe ricevuto neanche un euro. Una beffa.
Nell'interrogatorio di garanzia ha fatto ammissioni e collaborato con gli inquirenti. Nell'operazione Gold Strike coordinata dal pm Laura Taddei e svolta dai carabinieri della compagnia dei carabinieri di Arezzo, sono 13 gli indagati, di cui 11 arrestati. Tre di essi sono gli stessi del colpo, fallito, in via Spinello, alla gioielleria Grotti, dello scorso settembre. Sono difesi dall'avvocato Andrea Santini. Per quella vicenda avevano patteggiato la pena, trasformata in mille ore di lavori utili. Ora sono in carcere. Un altro arrestato, aretino, è difeso dall'avvocato Alessandro Calussi.
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