Cortona
Francesco Santucci
Appena è tornato da Sanremo ha posato lo strumento in casa promettendo a se stesso di astenersi dalla musica per un po'. Francesco Santucci, primo sax dell'Orchestra della Rai, dopo la maratona sanremese ora si rilassa nella quiete di Cerini, sopra a Terontola. Come ci aveva promesso dopo l'intervista di inizio festival, siamo a raccogliere le sue impressioni post kermesse.
- Maestro, ci dà una foto di lei all'Ariston?
Mah... in verità non l'ho mica fatta. Ora guardo. Chiedo... ce l'ho del 2024...
- Ma come? Tutta l'Italia/tutta l'Italia, incollata all'evento, e lei non si fa un selfie all'Ariston...
Non mi fa più effetto. La prima volta con il mio sassofono nell'orchestra Rai è stata nel 1988. Di tempo ne è passato: 37 anni.
- Com'è andata? Si è divertito?
Divertirsi è una parola grossa. Sono soddisfatto. E' stata un'edizione record. Per noi musicisti è un lavoro impegnativo, faticoso.
- E' filato tutto liscio?
Sì, c'è stata un po' di tensione nella serata delle cover con i problemi che ha avuto Cristiano De André. Con Bresh hanno cantato il pezzo tre volte.
- Alla vigilia, lei aveva dato Lucio Corsi tra i suoi preferiti. E' arrivato sul podio, quasi primo.
Mi è piaciuto subito, vicino al mio guasto musicale. Si vede che è autentico, uno vero. Fa il cantautore perché è quello che ama fare, senza filtri. Dalle canzoni esce fuori tutto quello che è. Vive in un mondo suo, ma è tranquillo, educato.
- Ha vinto Olly, che ne dice?
Ha una major discografica forte, ottimi collaboratori, il brano direi valido. Non è stata proprio una sorpresa, c'era chi lo dava già all'inizio in pole position.
- Ma tutti dicevano Giorgia.
Secondo me è rimasta fuori dalla cinquina perché penalizzata da una canzone non all'altezza di Giorgia. E a Sanremo si premia la canzone. Voglio dire che la serata delle cover ha messo in evidenza, se ce ne fosse stato bisogno, tutto il suo livello. La differenza si è notata. Forse la sua voce straordinaria richiede autori internazionali, nessuno me ne voglia.
- Chi le è piaciuto?
Fedez ad esempio. Un bel brano. E anche nelle cover con Bella Stronza poteva cadere nel banale, scivolare nella buccia di banana, invece i suoi inserti rap sono stati misurati, frutto della sua visione personale.
- Achille Lauro?
Mah, sarò impopolare ma dico quello che penso: lo conosco da Rolls Royce e non mi entusiasma. Quando poi si crea tutta questa bolla mediatica intorno al personaggio, ne rifuggo. Piuttosto mi piace citare Francesca Michielin.
- Qualità generale?
Per me nel tempo il livello musicale è un po' calato e negli arrangiamenti soprattutto noi fiati siamo relegati a un ruolo di riempiticcio.
- Carlo Conti mattatore.
I risultati parlano da soli.
- I co-conduttori.
Mi ha sorpreso positivamente Bianca Balti, grande professionista, Geppi Cucciari ha tenuto fede a se stessa, resto invece perplesso della Marcuzzi.
- Il Sanremo del passato che ricorda di più?
Non mi chieda le date, però sono state esperienze straordinarie le esibizioni a fianco di Al Jarreau e di Sting.
- Musicista e compositore, concertista noto e apprezzato, tanti dischi, 38 colonne sonore ed esibizioni. Cosa c'è in futuro?
Ho diverse proposte da valutare. Comunque a maggio dovrei andare in pensione. Mi ritengo fortunatissimo per quello che ho fatto. Il mio sogno era diventare musicista, fin da piccolo, a Perugia, poi nella banda di Corciano. Il mio carattere schietto non mi ha aiutato, ma mi sono tolto molte soddisfazioni. Fatica e rinunce, tante gratificazioni.
- Quindi per il musicista veterano di Sanremo, nessuno come lui, il 75esimo è stato l'ultimo festival nell'orchestra?
Sì.
```, primo sax dell'Orchestra della Rai, dopo la maratona sanremese ora si rilassa nella quiete di Cerini, sopra a Terontola. Come ci aveva promesso dopo l'intervista di inizio festival, siamo a raccogliere le sue impressioni post kermesse.
- Maestro, ci dà una foto di lei all'Ariston?
Mah... in verità non l'ho mica fatta. Ora guardo. Chiedo... ce l'ho del 2024...
- Ma come? Tutta l'Italia/tutta l'Italia, incollata all'evento, e lei non si fa un selfie all'Ariston...
Non mi fa più effetto. La prima volta con il mio sassofono nell'orchestra Rai è stata nel 1988. Di tempo ne è passato: 37 anni.
- Com'è andata? Si è divertito?
Divertirsi è una parola grossa. Sono soddisfatto. E' stata un'edizione record. Per noi musicisti è un lavoro impegnativo, faticoso.
- E' filato tutto liscio?
Sì, c'è stata un po' di tensione nella serata delle cover con i problemi che ha avuto Cristiano De André. Con Bresh hanno cantato il pezzo tre volte.
- Alla vigilia, lei aveva dato Lucio Corsi tra i suoi preferiti. E' arrivato sul podio, quasi primo.
Mi è piaciuto subito, vicino al mio guasto musicale. Si vede che è autentico, uno vero. Fa il cantautore perché è quello che ama fare, senza filtri. Dalle canzoni esce fuori tutto quello che è. Vive in un mondo suo, ma è tranquillo, educato.
- Ha vinto Olly, che ne dice?
Ha una major discografica forte, ottimi collaboratori, il brano direi valido. Non è stata proprio una sorpresa, c'era chi lo dava già all'inizio in pole position.
- Ma tutti dicevano Giorgia.
Secondo me è rimasta fuori dalla cinquina perché penalizzata da una canzone non all'altezza di Giorgia. E a Sanremo si premia la canzone. Voglio dire che la serata delle cover ha messo in evidenza, se ce ne fosse stato bisogno, tutto il suo livello. La differenza si è notata. Forse la sua voce straordinaria richiede autori internazionali, nessuno me ne voglia.
- Chi le è piaciuto?
Fedez ad esempio. Un bel brano. E anche nelle cover con Bella Stronza poteva cadere nel banale, scivolare nella buccia di banana, invece i suoi inserti rap sono stati misurati, frutto della sua visione personale.
- Achille Lauro?
Mah, sarò impopolare ma dico quello che penso: lo conosco da Rolls Royce e non mi entusiasma. Quando poi si crea tutta questa bolla mediatica intorno al personaggio, ne rifuggo. Piuttosto mi piace citare Francesca Michielin.
- Qualità generale?
Per me nel tempo il livello musicale è un po' calato e negli arrangiamenti soprattutto noi fiati siamo relegati a un ruolo di riempiticcio.
- Carlo Conti mattatore.
I risultati parlano da soli.
- I co-conduttori.
Mi ha sorpreso positivamente Bianca Balti, grande professionista, Geppi Cucciari ha tenuto fede a se stessa, resto invece perplesso della Marcuzzi.
- Il Sanremo del passato che ricorda di più?
Non mi chieda le date, però sono state esperienza straordinarie le esibizioni a fianco di Al Jarreau e di Sting.
- Musicista e compositore, concertista noto e apprezzato, tanti dischi, 38 colonne sonore ed esibizioni. Cosa c'è in futuro?
Ho diverse proposte da valutare. Comunque a maggio dovrei andare in pensione. Mi ritengo fortunatissimo per quello che ho fatto. Il mio sogno era diventare musicista, fin da piccolo, a Perugia, poi nella banda di Corciano. Il mio carattere schietto non mi ha aiutato, ma mi sono tolto molte soddisfazioni. Fatica e rinunce, tante gratificazioni.
- Quindi per il musicista veterano di Sanremo, nessuno come lui, il 75esimo è stato l'ultimo festival nell'orchestra?
Sì.
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