Arezzo
Ancora truffe agli anziani
Sono già a casa i tre giovanissimi truffatori dell’anziana donna di Città di Castello ingannata con la scusa del falso incidente. Arrestati mercoledì dai carabinieri di Arezzo, stazione di Laterina, sono liberi, con queste limitazioni: non possono uscire dal loro Comune di residenza, in Campania, e devono presentarsi ogni giorno alla polizia giudiziaria, in modi e orari indicati.
I tre hanno 18, 21 e 22 anni. Erano in trasferta tra Umbria e Toscana per conto di una "struttura dedita alla perpetrazione di delitti contro il patrimonio" e cioè raggirare persone anziane e sole, spaventandole con brutte notizie legate ai loro cari. Dal finestrino dell’auto intercettata dai militari dell’Arma alle porte del Valdarno, hanno gettato via gli ori (230 grammi) tolti con l’inganno e in parte rubati alla vittima.
La donna, classe 1942, prima ha ricevuto la telefonata da un uomo che diceva di chiamare dagli uffici della Polizia Municipale tifernate. Poi l’ha contattata un sedicente avvocato. E alla porta di casa si è presentato il suo collaboratore al quale doveva consegnare i gioielli perché il figlio, responsabile di un grave incidente, a sua volta ferito e con punti di sutura alla bocca che gli impedivano di parlare, era nei guai e rischiava la galera da 8 a 12 mesi. Era necessario pagare 7.500 per evitargli il carcere. La solita storia. C’è cascata.
Il giudice del tribunale di Arezzo, Claudio Lara, nella sua ordinanza di convalida degli arresti, scrive a proposito dei tre giovani che, non avendo un impiego essi "traggono il loro sostentamento dalle imprese criminose" e quindi sono "stabilmente inseriti" nella banda delle truffe. Tuttavia, per la loro incensuratezza e la giovane età, "le esigenze cautelari possono essere arginate con misure meno afflittive di quelle richieste dal pubblico ministero". Che chiedeva il carcere.
Quindi il terzetto - difeso in aula dall’avvocato Francesco Chianini - ha potuto fare ritorno in Campania. La competenza per i reati si sposta in Umbria. I gioielli sottratti erano collanine, bracciali, anelli, orecchini, ciondoli di vario tipo, anche una fede nuziale, è stata restituita. Per la cronaca, eseguita la truffa (i telefonisti della banda restano ignoti), i tre manovali dell’imbroglio si sono spostati verso Arezzo per altri colpi ma alle 13.20 l’auto - presa a noleggio ma sospetta - è stata rilevata a Monterchi, quindi dopo le 15 erano a Laterina Pergine. Verso le 14 la signora di Città di Castello aveva sporto denuncia e così è scattato lo stop ai giovanissimi malviventi risultati gli autori dell’ennesimo raggiro a domicilio.
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