Arezzo
Helenia Rapini
Morta a 29 anni nell'incidente stradale provocato da un automobilista che si addormentò al volante e la centrò, due periti studiano il caso di Helenia Rapini nel processo d'appello che deve confermare o modificare la sentenza di Arezzo e cioè l'assoluzione del conducente del veicolo sfuggito al controllo perché l'uomo, emerse, era affetto dalla sindrome Osas (apnee ostruttive del sonno) che dà luogo a improvvisi e incontrollabili colpi di sonno. I familiari della ragazza, invece, hanno sollevato dubbi sull'utilizzo di un farmaco, da parte dell'automobilista, all'epoca ignaro della patologia diagnosticata dopo il sinistro.
Dopo una lunga ricerca da parte della Corte d'appello di Firenze, i medici individuati per la perizia decisiva sono il medico legale Brunero Begliomini di Prato e il tossicologo Guido Mannaioni di Firenze. L'incarico viene formalizzato l'11 marzo, saranno affidati i quesiti da sciogliere e fissato il termine per restituire la relazione.
L'incidente avvenne il 6 novembre del 2019 ed è probabilmente il più controverso sinistro stradale della cronaca aretina, ma che non trova precedenti neanche in Italia. Helenia Rapini lavorava per Enpa e perse la vita insieme al cane che trasportava nella sua Athos sulla quale lungo la via di Ristradelle si schiantò la macchina condotta da un 49enne. E' da ottobre che il processo di secondo grado, attivato su ricorso della procura, attende di svolgersi per reperire gli esperti cui affidare la consulenza.
In primo grado l'assoluzione dell'uomo dall'accusa di omicidio stradale avvenne perché riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del fatto, appunto, a causa della sindrome. I difensori sono gli avvocati David Scarabicchi e Giulia Brogi. La famiglia attende il nuovo verdetto ed ha a fianco l'avvocato Francesco Valli.
Ecco, diffusamente, con fonte il ministero della salute, cosa è l'Osas, di cui l'automobilista non sapeva di soffrire, diagnosticata in seguito al ricovero in ospedale e agli accertamenti successivi, in quanto uscì ferito dal terribile scontro.
Sindrome da apnee ostruttive del sonno (Apnee notturne)
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota anche con l’acronimo OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), è una condizione caratterizzata da pause nella respirazione durante il sonno, dovute all’ostruzione parziale o totale delle prime vie aeree.
L’interruzione temporanea della respirazione causa una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue.
Dal punto di vista clinico, è caratterizzata da sonnolenza diurna e/o alterazioni delle performance diurne e da russamento nel sonno.
Esistono diversi "livelli" della patologia:
Si ha la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno quando si verifica un numero di apnee o di eventi respiratori ostruttivi incompleti (ipopnee/RERA) uguale o superiori a 5 episodi per ora di sonno con evidenza di sforzo respiratorio durante l’ostruzione e presenza di altri sintomi come la sonnolenza diurna, oppure quando si verifica almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 con evidenza di sforzi respiratori.
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno è molto più comune nelle persone in sovrappeso o francamente obese, nelle persone con il collo corto e tozzo (taurino), in chi ha ostruzioni delle prime vie aeree (a livello del naso, della bocca o della gola), inoltre, si presenta più spesso più negli uomini che nelle donne (nelle donne è più frequente dopo la menopausa).
Le persone affette da sindrome delle apnee ostruttive nel sonno in genere cominciano a russare pesantemente, appena si addormentano. Il rumore del russamento è provocato dall’aria che cerca di passare attraverso le vie aeree parzialmente ostruite.
Il russamento diventa sempre più forte, finché l’ostruzione diventa completa e l’individuo smette di respirare per qualche secondo, poi riprende a respirare con un rumore improvviso e il ciclo si ripete.
Oltre a questa tipica manifestazione, le persone affette da sindrome delle apnee ostruttive nel sonno possono presentare:
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