POLITICA
"Prima dell’estate vogliamo il nome o i nomi dei candidati a sindaco scelti dal Pd". Detta i tempi Francesco Romizi, capogruppo di Arezzo 2020, che accende i motori in vista delle prossime elezioni comunali nel 2026. Chiede al partito di maggioranza della coalizione di centro sinistra di ufficializzare già il candidato o per meglio dire di condividerlo. Non c’è un “altrimenti”, perché alla domanda se Arezzo 2020 ha intenzione di correre da sola, esprimendo un proprio candidato la risposta è “no”. Però ha già le ipotesi di candidati, specificando: “Coloro che lo saranno, cioè candidati, dovranno avere chiaro anche obiettivi importanti per questa città”.
Romizi specifica: “Noi diciamo al partito di maggioranza relativa, cioè al Pd che è il momento di avviare il percorso programmatico e che è il momento di individuare in maniera condivisa un candidato a sindaco che deve essere del Pd in quanto forza di maggioranza relativa a fare il primo nome o i primi nomi. Se ciò non avviene Arezzo 2020 non ha intenzione di presentarsi da sola con un proprio candidato sindaco”.
“Ha intenzione invece di sottoporre i propri nomi e attualmente abbiamo delle ipotesi che possono essere, dal nostro punto di vista spendibili, utili, aggreganti e condivisi”. Nomi che, per il momento restano top secret. “Al Pd - prosegue ancora Romizi - riconosciamo il ruolo di capofila della coalizione e quindi un ruolo che deve svolgere. Ribadisco che il Pd, essendo espressione di maggioranza della coalizione, deve sottoporre un nome per il candidato a sindaco o una metodologia entro i prossimi tre mesi”.
Intanto Arezzo 2020 avvia il percorso programmatico. Lo farà il prossimo 15 di marzo, probabilmente a Villa Severi, quando incontrerà tutta la cittadinanza per esporre il proprio programma. Franco Dringoli, ex assessore, spiega quelle che sono le proposte: “La definizione di un sistema strutturato di partecipazione della cittadinanza alle varie scelte politiche. Come abbiamo riscontrato in questi anni sono nati troppi comitati. E poi ancora la difesa della sanità pubblica. Arezzo non deve inseguire grandi opere, ma caratterizzarsi su un piano di piccole opere che riguardano la manutenzione del patrimonio pubblico: strade, scuole, strutture sportive. Lo sviluppo sostenibile del territorio e poi il turismo valorizzando le nostre opere. Punti che spiegheremo il 15 marzo e poi anche nei quartieri e nelle frazioni”.
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