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Arezzo

"Mio fratello Emanuele, le Br, il valore della memoria del 2 marzo e il rispetto delle divise". Il pensiero di Leopoldo

Redazione Web

02 Marzo 2025, 22:48

Emanuele e Leopoldo Petri

Emanuele e Leopoldo Petri

Mio fratello Lele oggi avrebbe 70 anni, io tra poco ne compio 69. Lui mi chiamava Poldo”. Leopoldo Petri quella domenica fu informato mentre era su un campo di calcio a giocare. Era successo qualcosa, non si capiva bene che. Poi andò alla stazione di Castiglioni. Lele e Poldo erano fratelli molto legati, bastava uno sguardo per intendersi. Un episodio descrive l'intesa tra i due: qualche mese prima Poldo parte per Torino per la partita della sua Juve, ma dimentica il biglietto a casa. Lele prende la macchina e gli corre incontro, chilometri e chilometri, per portarglielo.

“Nonostante tutti questi anni, 22, lo Stato ricorda Emanuele puntualmente e anche questa volta si tengono celebrazioni per niente retoriche, ma vive e piene di significati”, dice Leopoldo. “Lo Stato si ricorda di chi ha lasciato un segno nella storia del Paese e questo fa molto piacere ai familiari, che almeno trovano sollievo dalle commemorazioni. Ricordare è importante, prezioso, perché certe idee assurde come quelle che hanno attraversato gli anni bui del terrorismo, non tornino più”.

C'è rammarico, amarezza, per quei giovani che non hanno rispetto per le divise di chi rappresenta e difende lo Stato e le regole. “Spiace dirlo, ma ci sono tra i giovani alcuni che soffrono di noia, non hanno valori, sono vuoti ed esplodono poi il loro vuoto con azioni che purtroppo provocano danni e rischi alle forze dell'ordine” riflette Leopoldo Petri, che vive nel Cortonese. “E' una minoranza, certo, ma esiste e certi fatti degli ultimi periodi sono preoccupanti. Occorre stare dalla parte delle forze dell'ordine, senza se e senza ma, cercando di far comprendere il valore delle divise, arginare queste dimostrazioni violente che non portano a niente, a nulla di positivo, creano solo isolamento. Dialogo sì, violenza mai”.

La moglie di Emanuele, Alma svolge un lavoro grande tra i giovani, nelle scuole e tra gli allievi delle forze dell'ordine, per raccontare il suo Lele, un modello luminoso di impegno. Poi c'è l'associazione Emanuele Petri vittima del terrorismo, presieduta dall'avvocato Luciano Morini, marito della nipote di Alma, e assegna borse di studio nella zona del Trasimeno, organizza eventi, anni fa anche una donazione al carcere di Arezzo, ed ha in serbo iniziative anche prossimamente.

Il 7 marzo a Tavernelle - Panicale, santuario di Mongiovino, ore 18.30, “Le ferite di marzo”, regia di Cinzia Corneli; il 14 marzo al teatro dell'Accademia di Tuoro, ore 21, sostiene l'evento “Tutto il mondo è paese - Emigrare fa bene”.

L.S.

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