Arezzo
Il funerale di Alessandro Guerra
La piccola chiesa di Alfero, nel comune di Verghereto, è stata testimone ieri di una cerimonia di addio intrisa di dolore e partecipazione. Il paese si è stretto attorno alla moglie Francesca e ai figli Martina e Michele in occasione delle esequie di Alessandro Guerra, l'operaio cinquantaquattrenne deceduto a seguito di un incidente sul lavoro avvenuto mercoledì scorso in via Bruno Buozzi ad Arezzo.
Oltre cinquecento persone hanno preso parte al funerale: solo la metà è riuscita a entrare nella chiesa, mentre i restanti hanno atteso all'esterno l'uscita del feretro. Un lungo applauso ha accompagnato la bara nel tragitto verso il crematorio di Tipano, a Cesena. Accanto alla sua famiglia, seduta in prima fila, vi era una folta rappresentanza della comunità di Alfero e, più in generale, dell'alta Valle del Savio. Al di fuori dell'ambito professionale presso la Edil Balze, Guerra era benvoluto tra i suoi coetanei con cui condivideva legami sin dai tempi dell'asilo.
Il suo impegno nella comunità si manifestava attraverso la partecipazione a un'associazione dedicata, dal 2010, all'organizzazione di eventi e attività per i più giovani. Appassionato di caccia, faceva parte del gruppo di Acquapartita e non mancava alle iniziative della pro Loco, tra cui anche il noto Pentathlon del Boscaiolo. Il rito funebre è stato officiato da don Adolph Izahaki Lazaro, parroco di Alfero, che ha esortato la comunità a essere di supporto alla famiglia: "Hanno perso una colonna, hanno perso un grande lavoratore ed anche noi tutti lo abbiamo perso come amico. Maria sia la nostra consolatrice che ci accompagna sempre in ogni tribolazione, ed in ogni sofferenza".
La tragedia è avvenuta mentre Guerra era intento a manovrare una carriola meccanica in un cantiere comunale per la costruzione di un muro di contenimento. Una manovra sbagliata, un evento che nessuno ha potuto osservare poiché Alessandro era solo in quell'istante. La caduta, che avrebbe potuto avere esiti meno drammatici, si è rivelata fatale a causa dell'urto violento della testa contro una pietra. Attualmente, la procura della Repubblica ha avviato indagini per determinare se si sia trattato di una pura fatalità, di un evento accidentale non imputabile a terzi, oppure se sussistano irregolarità nel rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy