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San Giovanni Valdarno

Mamma strangolata con il foulard, la figlia resta in carcere in attesa di un luogo idoneo per i domiciliari

Luca Serafini

11 Marzo 2025, 14:02

Mamma strangolata con il foulard, la figlia resta in carcere in attesa di un luogo idoneo per i domiciliari

Resta in carcere Giuseppina Martin, la donna che ha ucciso la mamma 92enne Mirella Del Puglia stringendole un foulard al collo mentre dormiva. "Non ce la facevo più, ero esasperata". L'omicida di San Giovanni Valdarno è stata interrogata questa mattina, martedì 11 marzo, dal giudice Claudio Lara che ha convalidato l'arresto scattato domenica scorsa dopo che la stessa Martin aveva chiamato i carabinieri spiegando cosa aveva commesso.

Il gip nell'ordinanza di ieri sottolinea la gravità del fatto e il sussistere di una pericolosità della 66enne, ma lascia aperta la porta alla concessione dei domiciliari quando sarà indicato un luogo idoneo. L'avvocato Stefano Lusini sta adoperandosi per individuare una abitazione dove la donna, pensionata, ex dipendente comunale, possa essere trasferita dal carcere di Sollicciano con una misura cautelare meno afflittiva.

La casa di via Fermi teatro del delitto è sotto sequestro. Giuseppina alle prime ore della domenica si è alzata da letto ed è andata in camera della madre dove l'ha soppressa. Non trova riscontro, secondo quanto emerso dall'interrogatorio, la versione per la quale la donna avrebbe chiuso il marito in bagno prima di uccidere la madre.

La sequenza dei fatti e cosa ci sia alla base del delitto, sono stati i temi ripetuti da Giuseppina in linea con quanto dichiarato la sera del fatto di sangue nella caserma dei carabinieri in Valdarno. Ieri la replica del racconto al carcere di Arezzo, dove la signora è giunta da Sollicciano con la polizia penitenziaria. Una luogo diverso dal consueto, per l'udienza di convalida, di solito celebrata in tribunale. Forse per depistare i giornalisti che poi sono arrivati lo stesso in via Garibaldi. Domani sarà eseguita l'autopsia sul corpo della 92enne, alle Scotte di Siena, mentre gli inquirenti raccolgono e mettono insieme tutte le tessere della tragedia familiare.

L'accusa è omicidio volontario aggravato dall'ascendenza familiare con la vittima. In teoria si rischia fino all'ergastolo. Giuseppina Martin è stata riportata in carcere. L'avvocato afferma che è sempre sconvolta, dispiaciuta, distrutta, e che ha agito in quel modo dopo aver accumulato stress e un senso di impotenza di fronte alla difficile gestione della madre anziana e non più lucida, che necessitava di continua assistenza. Si sentiva intrappolata in un'esistenza di solo sacrificio e non ha retto.

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