Mercoledì 22 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Arezzo

Omicidio volontario o legittima difesa, il prete testimone nel processo a Mugnai che sparò all'uomo che lo attaccava con la ruspa

Greta Settimelli

16 Marzo 2025, 06:58

Don Natale

Don Natale Gabrielli

È iniziato ieri mattina in Corte d'Assise ad Arezzo il processo a carico di Sandro Mugnai, l'artigiano aretino accusato di omicidio volontario per aver ucciso a colpi di fucile il vicino, Gezim Dodoli 59 anni, che con una ruspa stava demolendo la sua casa.

I fatti risalgono alla notte dell'Epifania del 2023 a San Polo, frazione del comune di Arezzo.

È stata un'udienza prettamente tecnica, alla quale l'artigiano non ha assistito, ma alle prossime, hanno confermato i suoi legati, vorrà essere presente. “Assolutamente - ha detto l'avvocato della difesa Marzia Lelli - sarà in aula per tutto il percorso”.

Ieri si è insediata la Corte presieduta dalla giudice Anna Maria Loprete, con a latere Michele Margheri e composta da sei giudici popolari. Corpose le liste testi presentate dalle parti e ammesse dalla Corte. Le parti civili hanno presentato una sessantina di nomi, molti coincidono con coloro che saranno ascoltati anche dalla pm Laura Taddei, più ristretta la lista presentata dalla difesa.

“La nostra lista è più contenuta - ha spiegato l'avvocato Lelli - perché secondo noi è una questione di interpretazione degli elementi relativi a questa vicenda. Una interpretazione che è stata gestita in maniera diversa rispetto a quella che è stata la realtà. I fatti parleranno per Mugnai.”

Saranno ascoltati, oltre all'imputato che si sottoporrà all'esame, tutti i parenti presenti quella notte (la madre di Mugnai, il fratello, la moglie, la cognata, il nipote e il figlio ndr) e alcuni compaesani. Nella liste dei testi della difesa anche don Natale Gabrielli, il parroco di San Polo, che si è sempre speso a favore dell'artigiano dimostrando la sua solidarietà in occasione delle due fiaccolate organizzate dai compaesani di Mugnai.

Sul banco dei testimoni anche coloro che hanno condotto le indagini, come i carabinieri e i Ris di Parma. Saranno ascoltati anche i consulenti di parte. Uno di questi sarà l'ingegner Fabio Canè, incaricato dalla procura di fare una perizia sulla stabilità dell'immobile.

Mugnai rischia una pesante condanna qualora venisse riconosciuto colpevole di omicidio volontario (pena base 21 anni). Per la difesa, invece, Mugnai avrebbe agito per difendere se stesso e la sua famiglia.

“L'obiettivo è sempre quello (dimostrare che Mugnai ha agito per legittima difesa ndr) - ha ribadito l'avvocato Marzia Lelli - è sempre stato quello e lo sarà fino alla conclusione. Che per noi è l'assoluzione”.

Secondo le parti civili Mugnai avrebbe invece iniziato a sparare prima che la ruspa si lanciasse all'attacco di casa sua. Le parti civili hanno anche fatto richiesta di trascrivere otto tra telefonate e conversazioni. Le due chiamate giunte ai carabinieri nel dicembre del 2022, quindi precedenti alla tragedia, la chiamata della sera del 5 gennaio 2023, dove si sentono gli spari e altre quattro chiamate e una intercettazione ambientale avvenuta dopo il fatto. L'incarico per le trascrizioni sarà affidato nella prossima udienza, l'8 aprile, quando saranno ascoltati i testi della pubblica accusa.

Al momento è stata fissata anche l'udienza del 29 aprile, mentre non c'è ancora una previsione di quando si potrà arrivare alla sentenza di primo grado.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie