Arezzo
Roberta Mazzuoli
È morta dopo l'anestesia nella clinica dove gli specialisti avrebbero dovuto operarla agli occhi. C'era quel problema da risolvere, per Roberta, ma tutto sarebbe andato bene, pensava. Il viaggio da Abbadia San Salvatore ad Arezzo, venerdì, insieme al compagno Lorenzo, dopo visite e preospedalizzazione che non avevano rilevato problemi. Ciao a dopo, l'ultimo saluto prima di entrare nella sala operatoria per l'intervento programmato, poi la somministrazione dell'anestetico, ma durante la preparazione all'intervento la forte crisi respiratoria che non si riesce a placare e si porta via Roberta Mazzuoli, 48 anni, donna solare e piena di vita, dipendente del supermercato di Piancastagnaio, madre di un ragazzo di 16 anni che mentre ad Arezzo per sua mamma tutto sta volgendo al peggio lui, ignaro, è nel viaggio di rientro dalla gita scolastica.
Sono le 12.50 di venerdì 28 marzo quando il 118 viene allertato e l'ambulanza corre in via Fleming al San Giuseppe Hospital di Arezzo, struttura privata molto apprezzata e che offre una vasta gamma di prestazioni sanitarie.
L'intervento al quale doveva sottoporsi la donna amiatina sarebbe consistito, pare, nella decompressione delle orbite degli occhi, quindi non un'operazione prettamente oculistica. E per procedere occorreva eseguire l'anestesia locale. Ma su questo terreno bisogna andare cauti, per supposizioni, utilizzando tra un condizionale e l'altro i frammenti di informazioni che filtrano, dato che la struttura sanitaria non va oltre le poche righe di un comunicato che esprime profondo dolore ed annuncia rigorosi accertamenti, senza entrare affatto nel merito della circostanza.
Da quello che par di capire non si trattava comunque di operazione di routine, cioè banale, che poi nessun intervento è mai una passeggiata.
Cosa è successo? Perché l'organismo di Roberta non ha retto e i suoi occhi si sono chiusi per sempre? Cosa ha scatenato l'anestetico in lei? Domande alle quali dovrà essere data risposta.
Sarà l'inchiesta della procura di Arezzo a fare piena luce sull'accaduto dopo che ieri la famiglia ha formalizzato la denuncia presso i carabinieri della località di residenza in provincia di Siena. I colleghi dell'Arma di Arezzo nel pomeriggio hanno proceduto al sequestro della cartella clinica. Atti preliminari di quella indispensabile prassi giudiziaria per aprire un fascicolo al termine del quale il magistrato dovrà esprimersi. Se si è trattato di un evento naturale di quelli che rientrano nelle casistiche avverse, imprevedibile e incontrastabile, quindi senza colpe, o se invece la tragedia non va classificata come “fatalità” ma vi è altro e si poteva evitare.
Il corpo di Roberta fin da venerdì è stato trasferito dalla clinica di via Fleming all'ospedale San Donato per tutti gli accertamenti di medicina legale. L'autopsia. Con il fine settimana in corso, ogni valutazione ponderata sarà presa domani con gli incarichi relativi. Si dovrà individuare l'esatta causa di morte, il perché della crisi respiratoria, se c'era qualcosa che poteva essere di allarme nella fase della preospedalizzazione, come è stata gestita in clinica la criticità e l'emergenza con la paziente che alla fine è deceduta.
La notizia della morte della 48enne fin da venerdì sera è rimbalzata ad Abbadia San Salvatore dove tutti conoscono Roberta, la sua dedizione al lavoro e alla famiglia. Il suo sorriso sotto l'immancabile paio di occhiali. Quegli occhi vivaci, buoni e generosi che doveva mettere a posto e che invece dopo l'anestesia non si sono riaperti più.
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