IL FATTO DEL GIORNO
Due frazioni contro il crossodromo. A Ponte alla Chiassa e a Giovi, i residenti sono sul piede di guerra. Da oggi comincia la raccolta firme per dire no alla riapertura della pista, mentre l'assemblea che si è svolta mercoledì scorso, ha ribadito, da parte del Comune -presente l'assessore allo sport Federico Scapecchi - che “il bando per l'assegnazione del crossodromo andrà avanti”, ma i residenti gridano “non lo vogliamo”.
“Abbiamo deciso di cominciare una raccolta firme - sottolinea Daniela, tra i portavoce di chi abita a Ponte alla Chiassa e a Giovi - perché abbiamo già convissuto con una pista da cross e non vogliamo assolutamente ripetere l'esperienza. La polvere, volente o nolente, ci sarà sempre così come anche il rumore. Come pensano di eliminare entrambi? Noi avevamo chiesto di farci altri investimenti in quella pista che si trova così vicino alle case. Per esempio un percorso per le biciclette, quelle non fanno rumore e ci possono andare anche i nostri figli, oppure trasformare quell’area in un parco giochi o ancora in orti sociali. Ma per il momento, l'unica strada che viene nuovamente percorsa è quella della pista da cross”.
“Secondo noi è di nuovo una scelta sbagliata - prosegue Daniela - come sbagliata lo era cinque anni fa. Le moto non risolvono il problema di tenere i bambini lontani dalle strade, come ci ha detto l'assessore Scapecchi. Inoltre è un’area dove non ci sono servizi igienici, spogliatoio e in più è soggetta a rischio idrogeologico. Non possiamo di nuovo accettare che venga un'altra volta trasformata in una pista da cross con tutto ciò che ne consegue. Per questo abbiamo deciso di raccogliere le firme e cominciamo fin da oggi”.
Non solo. Alcuni residenti potrebbero anche chiedere pareri di ambientalisti e quanto altro, per capire se la pista potrà essere costruita. Nel frattempo il Comune, come già ampiamente detto, andrà avanti con il bando che scadrà il 6 di maggio, tra un mese. L’assessore Federico Scapecchi, che mercoledì scorso era presente all'assemblea a rispondere alle domande dei cittadini, ha ribadito quello che già aveva detto in precedenza.
Vale a dire che “La pista poteva essere messa a bando prima, lo abbiamo fatto ora, dopo che alcune associazioni sono venute a chiederci chiarimenti sul suo destino, manifestando interesse e dichiarandosi disposte a investire. I costi che un futuro gestore incontrerà potranno variare: non dovrà ovviamente sorgere una nuova Miravalle, vi potrebbe invece essere sistemato un circuito per moto elettriche o per il ciclocross. In ogni caso, chiunque si approccerà al bando, dovrà osservare rigorosamente le normative sul rumore, sull’impianto d’irrigazione e le pompe idrauliche necessarie alla pista. Purtroppo il Comune non ha altre aree da mettere a bando per questa disciplina”. Il braccio di ferro continua.
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