Arezzo
Il funerale di Roberta Mazzuoli
“Facciamo del bene, che il bene ritorna”, è la frase che era solita ripetere Roberta Mazzuoli, citata dal compagno Lorenzo nel saluto di addio, ieri ad Abbadia San Salvatore nella chiesa di Santa Croce, nel centro storico del paese amiatino.
L'addio a Roberta è stato denso di commozione. La salma della donna, deceduta venerdì 28 marzo in clinica ad Arezzo in seguito a crisi cardio-respiratoria acuta dopo la somministrazione di un farmaco anestetico per lei letale, è stata accolta dai familiari e da un gran numero di persone, che si sono strette attorno al compagno, al figlio, alla madre e alle sorelle, abbracciando tutti e senza trattenere le lacrime.
Oltre ai parenti e agli amici, i colleghi e le colleghe di lavoro e molti ragazzi, compagni di scuola e amici del figlio sedicenne. Ha celebrato il rito funebre il parroco don Antonio, che si è ripetutamente commosso durante l'omelia. Nel commentare la parabola della tempesta sedata, dal Vangelo di Marco, si è soffermato a spiegare come sul mare si può abbattere la tempesta, così nella vita capitano difficoltà apparentemente insormontabili, per vincere le quali viene in soccorso la speranza.
Roberta è stata ricordata come madre, compagna, sorella, amica, lavoratrice esemplare. Sempre il sorriso sulle labbra, ma forte e determinata. Il compagno Lorenzo ha preso la parola per ringraziare della miriade di messaggi ricevuti. E ha citato la frase di Sant'Agostino “una lacrima per i defunti evapora, un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera, invece, arriva fino al cuore dell'altissimo”.
Affinché la sofferenza sia trasformata in crescita e le crisi si trasformino in maturità. E' intervenuto il sindaco Niccolò Volpini, molto vicino alla famiglia in questa triste circostanza, il quale, oltre a ringraziare don Antonio delle belle parole, ha auspicato che la comunità di Abbadia conservi lo spirito solidaristico dimostrato in questa occasione. Molte, infatti, le manifestazioni di affetto e vicinanza.
I colleghi di lavoro della sede Coop Unione Amiatina di Piancastagnaio hanno partecipato in massa al funerale e, in segno di lutto, si sono astenuti dal lavoro l'intero pomeriggio. Hanno promosso una sottoscrizione tra i dipendenti, che consegneranno alla famiglia, mentre i clienti hanno riempito di frasi dolenti e affettuose il quaderno messo a disposizione.
Da oggi l'attenzione sarà di nuovo rivolta alla vicenda giudiziaria e all'inchiesta aperta per “omicidio colposo”, che vede indagati i tre medici anestesisti del San Giuseppe Hospital di Arezzo, che si sono occupati delle fasi di pre-ospedalizzazione, di somministrazione del farmaco anestetico e di soccorso. Dall'esame effettuato a Siena sono emerse alcune criticità riguardo la somministrazione del farmaco e la gestione della emergenza.
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