SANSEPOLCRO
Acqua adulterata col disinfettante
Nella bottiglietta d’acqua c’era qualcosa di strano: appena portata alla bocca, la lavoratrice avvertì forte bruciore alla gola e fastidio allo stomaco e dovette correre in ospedale. Qualcuno di nascosto le aveva messo nel contenitore di plastica della minerale il disinfettante per le mani. Era il 28 agosto dell’anno scorso e il fatto anomalo si verificò in una stazione di servizio di Sansepolcro. L’episodio arriva ora in tribunale.
Una collega della donna intossicata (una notte in osservazione, 7 giorni di prognosi per faringite da ingestione di disinfettante) è accusata di lesioni personali e sarà processata davanti al giudice monocratico del tribunale di Arezzo.
A lei si è risaliti grazie alle telecamere a circuito interno del luogo di lavoro. La vittima del sabotaggio, 34 anni, residente a Città di Castello, appena dimessa dall’ospedale fece subito denuncia e le indagini dei carabinieri sono sfociate nell’imputazione per la dipendente 55enne, biturgense, accusata per l’avvelenamento dell’acqua contenuta nella bottiglietta personale dell’altra. L’imputata è difesa nel processo dall’avvocato Sabina Senatore.
Nell’udienza pre dibattimentale di ieri, il processo è stato fissato per l’8 luglio. La 34enne che deglutì e rimase danneggiata dall’acqua adulterata, è parte civile con l’avvocato Roberto Fiorucci del foro di Perugia. Non risulta che tra le due ci fossero ruggini e incomprensioni.
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