Arezzo
Volontari della Misericordia a Roma
Samuele ha 21 anni, studia storia all'Università di Firenze e ieri ha partecipato ad una giornata storica. Come volontario della Misericordia di Arezzo era nei pressi di piazza San Pietro per il funerale di Papa Francesco: 400 mila persone tra piazza San Pietro e le vie di Roma.
- Com'è andata?
“Un'esperienza molto impegnativa, ma straordinaria, di quelle che lasciano il segno”, dice l'aretino Samuele Oroni mentre rientra al campo base di Centocelle. Oggi il ritorno ad Arezzo. Con lui, in divisa gialla e azzurra, Nadia Iacopucci e Sara Meola.
- Avete dovuto affrontare situazioni critiche?
“Tutto è filato liscio, per fortuna non ci sono state emergenze nella nostra postazione, nel caso eravamo pronti ad eseguire le manovre di primo soccorso blsd con impiego del defibrillatore”.
- Dove eravate dislocati?
“Sotto un portico davanti alla sede della Stampa vaticana”.
- Avete visto in piazza il presidente delle Misericordie, il nostro Domenico Giani?
“Sì, è passato da noi a salutarci ma era di corsa e non c'è stato tempo neanche per una foto insieme”.
- Quando siete arrivati a Roma?
“Alle 3 di venerdì. Poi c'è stata tutta la sistemazione e la fase di preparazione. Ci è stato anche possibile sfilare davanti alla salma del Papa prima che venisse chiuso ed è stato emozionante”.
- Chi vi dirigeva in piazza?
“Eravamo parte integrante del dispositivo di Protezione Civile organizzato da Area Emergenze delle Misericordie nazionali, su richiesta del Dipartimento nazionale di Protezione civile. Insieme a Confraternite provenienti da tutta Italia. Abbiamo fatto conoscenza soprattutto con i colleghi di Andria. E' stato bello condividere questo impegno e alla fine abbiamo preso un gelato tutti insieme”.
- Cosa trasmetteva la piazza? Che atmosfera c'era?
“Di grande partecipazione. Certo, tutti con i telefonini in mano a scattare foto e fare video, ma si percepiva un vero, grande attaccamento verso Papa Francesco. Una piazza gremita e viva”.
- Lei come lo definirebbe con una espressione?
“Un Papa che ha unito. Lo dice la storia del suo pontificato e lo ha detto anche la piazza”.
- Ora di nuovo ad Arezzo in prima linea nell'assistenza e urgenza. Come mai ha scelto di entrare nella Misericordia?
“Si comincia con il corso di primo soccorso, poi si rimane per rendersi utili agli altri”.
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