Arezzo
Alex Revelli
Alex Revelli Sorini, dal primo febbraio scorso direttore responsabile di Teletruria, volto noto della tv, docente, si racconta fuori dalle telecamere.
- Come nasce la sua passione per la televisione?
La mia passione per la televisione è un amore sbocciato alla fine degli anni '70, un periodo in cui la mia voce usciva dalle onde di Radio Pietramala, una piccola ma vivace emittente di Arezzo. Ma fu con la nascita di Teletruria, nel lontano 1974, che una scintilla si accese dentro di me: compresi che il linguaggio che più mi apparteneva era quello delle immagini. Per anni, con insistenza, ho bussato alla porta di Teletruria, ricevendo sempre un netto rifiuto. Poi, nel 1982, Arezzo mi offrì un'altra opportunità, un'alternativa chiamata Teleonda, dove finalmente, come un sogno che si avvera, ho potuto dar vita al mio primo programma di giochi e canzoni, vestendo i panni di autore e conduttore. Ricordo ancora l'emozione di vedere al bar di San Lorentino quelle prime immagini.
- Qual è il percorso che l'ha portata alla direzione di Teletruria? Lei ha più volte sottolineato di non essere un giornalista di cronaca, ma di approfondimenti legati al territorio e al benessere.
Quarant'anni... un'intera vita professionale intrecciata indissolubilmente con Teletruria, con un legame di profonda fedeltà e crescita reciproca. Non posso non menzionare un piccolo aneddoto che per me ha il sapore del destino: da altrettanti anni condivido la mia vita con Susanna Cutini, quasi un segno che il mio percorso qui era scritto nelle stelle.
Agli inizi, nel 1985, mi dedicavo con entusiasmo alle televendite e ai programmi che raccontavano l'effervescenza del mondo delle discoteche, come il mitico Principe. Ma sentivo un interesse crescente verso le delicate tematiche ambientali, che mi portò a creare Esplorando. Da lì, il mio cammino è proseguito verso trasmissioni di approfondimento giornalistico, come Focus e Bengodi, cercando sempre di dare voce alle storie del nostro territorio. Quest'anno, la fiducia del direttore editoriale Paolo Dottori e dell'editore Alessandro Butali mi ha regalato una nuova sfida. Mi stato chiesto di portare un contributo per innovare Teletruria. Grazie alla presenza di un gruppo di giornalisti e tecnici di grande valore (e lo dico consapevolmente), stiamo investendo nella digitalizzazione e nella trasmissione multipiattaforma. Il nostro obiettivo è rendere sempre più diretto e vivo il contatto con chi segue la tv o legge le nostre notizie, sia sul canale 16 del digitale terrestre, sia attraverso la webtv, il sito e i social media. La visione è quella di creare una vera sinergia tra questi mondi, esplorando anche l'uso etico e consapevole dell' intelligenza artificiale, con un unico grande desiderio: rendere le persone e il tessuto economico del nostro territorio sempre più protagonisti.
- Quali sono i ricordi più belli legati al mondo della tv?
A livello locale, primeggia il ricordo del premio Protagonisti Chimera d'Oro, un'intuizione dei nostri editori Benito e Vera Butali, guidati dal direttore Gianfranco Duranti, mio indimenticabile maestro. Negli anni '90, piazza San Francesco si trasformava in un palcoscenico dove si sono celebrate oltre 100 personalità aretine che hanno fatto la storia del nostro Paese, con nomi del calibro di Amintore Fanfani o Gianni Boncompagni. A livello nazionale, le emozioni si legano indissolubilmente all'avventura di "Fornelli in crociera" su Rete4 nel 2002. E poi, come non citare "La Prova del Cuoco" su Rai1 nel 2019, con la mia rubrica "Campanile Italiano", un viaggio appassionante alla scoperta delle radici più autentiche e geniali della nostra cucina.
- Qual è l'incontro che in tanti anni di televisione l'ha colpita di più?
Non riesco a ridurlo a un solo incontro, perché tre persone hanno lasciato un segno indelebile nel mio percorso. Inizio con il pungente Gianfranco Duranti, che con la sua sagacia e dopo la mia insistenza durata anni, mi aprì finalmente le porte di Teletruria per condurre un programma di televendite di pellicce. Un'opportunità inaspettata che si trasformò in un trampolino di lancio. Proseguo con l'illuminante Antonio Cherici, che pur essendo un esperto soprattutto di aspetti tecnici, ebbe la lungimiranza di spingermi con passione verso la specializzazione, verso la cultura gastronomica. E infine, Bruno Vespa, un gigante del giornalismo televisivo, un maestro nel condurre senza testi scritti, con una naturalezza e una profondità che rasentano l'arte.
- Come docente universitario di culture e politiche alimentari, quali consigli dispensa ai suoi studenti?
Permettetemi di offrirvi prima una breve panoramica del nostro percorso accademico. Con Susanna, mia moglie e compagna insostituibile in ogni avventura, abbiamo iniziato negli anni 2000 ad insegnare al Master Le rotte del Gusto dell'Università di Siena. Poi, il nostro cammino ci ha condotto all'Università San Raffaele di Roma, dove attualmente teniamo quattro corsi, e si è poi arricchito con la collaborazione con l'Università brasiliana Antonio Meneghetti, dove siamo responsabili per l'internazionalizzazione e l'italianità. In ogni contesto, il consiglio che rivolgiamo ai nostri studenti è quello di unire la conoscenza teorica al saper fare pratico, abbracciando una prospettiva multidisciplinare. La frase che spesso li sorprende e li spinge a mettersi in gioco è quella con cui apriamo la nostra prima lezione: “Sappiamo di non sapere, e ognuno di voi può insegnarci qualcosa”. Questo approccio serve a far appassionare gli studenti delle nostre materie. Per aggiungere un pizzico di leggerezza, abbiamo persino elaborato una formula matematica della felicità alimentare, un tema che abbiamo approfondito in uno dei nostri libri.
- Quali sono pregi e difetti principali che si riconosce?
Tra i miei pregi, credo di poter annoverare una forte determinazione e una costanza che mi hanno sempre guidato. Spero di essere una persona empatica, capace di comprendere le emozioni degli altri, e di avere una mente aperta all'innovazione.
Per quanto riguarda i difetti. Beh, la fretta è sicuramente uno di questi. Vorrei sempre anticipare i tempi, fare tutto "per ieri". Un esempio lampante? Se una goccia d'acqua inizia a cadere da un termosifone, la mia reazione immediata, pur con competenze limitate, è quella di smontare tutto, seguendo magari un consiglio telefonico dell'idraulico. Spesso, il risultato è che la goccia si trasforma in un vero e proprio allagamento! Un altro difetto, a detta di mia moglie Susanna, è la mia ossessione per il lavoro. Infine, pur amando profondamente la convivialità, non vivo con la stessa intensità le celebrazioni e le feste.
- Quali altri interessi coltiva?
Avendo premesso che il mio lavoro è una vera e propria passione che mi assorbe, coltivo principalmente due interessi che mi offrono un prezioso equilibrio. Il primo è l'amore per la vita del lago. A Passignano sul Trasimeno, dove con Susanna abbiamo una casa, nelle giornate di sole ci abbandoniamo con il nostro amato cane lagotto Artù alla lenta navigazione con un gozzo, lontano dai ritmi frenetici della città, leggendo e ascoltando i suoni della natura: una vera oasi di pace. La seconda passione è legata ai lavori manuali di manutenzione della casa. Che si tratti di aggiustare una presa elettrica, riparare (come nell'esempio di prima!) un radiatore, smontare un avvolgibile o rimettere a posto una bicicletta, trovo in queste attività una forma di soddisfazione concreta e immediata.
- Prossimi impegni?
Partendo da Teletruria, il nostro impegno primario è completare e arricchire ulteriormente il programma "Studio 16", un appuntamento giornaliero di informazione e approfondimento da trasmettere in diretta ininterrottamente dal tardo pomeriggio alla sera, fortemente voluto dal nostro direttore editoriale Paolo Dottori. In questa missione è fondamentale, la collaborazione di Simona Santi Laurini, che coordina con capacità il lavoro della redazione.
Sul fronte didattico, con Susanna, la mente più concreta e profonda di noi due, stiamo progettando e scrivendo un nuovo corso universitario dedicato all'educazione alimentare multidisciplinare con una visione internazionale. Questo percorso si avvarrà anche del nostro podcast didattico Tribù Alimentare, già disponibile su tutte le piattaforme.
Infine, per quanto riguarda gli impegni televisivi nazionali e internazionali, stiamo lavorando con entusiasmo alla realizzazione di una rubrica dedicata alle culture e alle politiche alimentari per alcuni dei principali programmi Rai, da Uno Mattina a Casa Italia, da Rainews24 a Porta a Porta.
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