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Arezzo

Assalti alle aziende di oro e argento, smantellata la banda con un blitz internazionale: malviventi arrestati in Romania per 8 colpi

Alessandro Cherubini

30 Aprile 2025, 08:49

L'assalto alla Fullove

L'assalto alla Fullove

Un’indagine lampo, otto colpi in pochi mesi, una banda internazionale sgominata e un bottino da capogiro: così Carabinieri e Polizia hanno dato scacco matto ai predoni delle aziende orafe aretine.

Il 2024 sarà ricordato come l’anno nero per i furti nel settore orafo in provincia di Arezzo, con una raffica di colpi che ha messo in allarme imprenditori e forze dell’ordine, soprattutto nei comuni di Arezzo e Civitella in Val di Chiana1. La risposta, però, non si è fatta attendere: l’operazione “Lancia d’Argento”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo, ha visto lavorare fianco a fianco Carabinieri e Polizia, con il supporto del Servizio Centrale Operativo di Roma e la collaborazione internazionale di Eurojust e delle autorità rumene.

Il blitz dopo il colpo da 200.000 euro

Le indagini sono scattate dopo una serie di otto furti e tentativi di furto messi a segno tra agosto e novembre 2024, culminatnella notte del 28 novembre con l’assalto alla ditta orafa Fullove Srl di Laterina-Pergine Valdarno. Qui, i banditi hanno sfondato una porta con un piccone e si sono impossessati di 1,4 kg di oro, 50 kg di argento e 10 kg di ottone, per un valore complessivo di circa 200.000 euro. Il colpo, audace e fulmineo, ha però lasciato dietro di sé tracce e indizi preziosi: abiti e strumenti abbandonati, immagini delle telecamere di sorveglianza e dati dei varchi elettronici della provincia hanno permesso agli investigatori di stringere il cerchio.

Caccia all’uomo tra bar, campagne e covi fuori provincia

La mattina successiva al furto, la svolta: segnalazioni dei cittadini hanno portato i Carabinieri a individuare un giovane con abiti sporchi di fango che si aggirava con fare sospetto nei pressi di un bar vicino alla stazione dei Carabinieri di Laterina, chiedendo di poter effettuare una chiamata. Poco dopo, un secondo soggetto, anch’egli dell’Europa dell’Est, è stato fermato a bordo di una Lancia Y nei pressi di una strada sterrata, presumibilmente usata per la fuga. Entrambi, cittadini rumeni non residenti in Italia, sono stati portati in caserma: addosso e nella loro base logistica, individuata a Quarrata (Pistoia), sono stati trovati indumenti e arnesi compatibili con il colpo, oltre ad altri elementi che li collegano inequivocabilmente alla banda.

Una banda seriale: otto colpi, aziende nel mirino

L’attività investigativa ha permesso di attribuire al sodalizio criminale almeno otto episodi tra furti e tentati furti, tra cui:

  • Il tentato furto del 22 novembre 2024 alla New Chains Srl di Tegoleto, Civitella in Val di Chiana.

  • I raid tra agosto e ottobre 2024 presso la Taitù Srl di Arezzo, la Jocker Preziosi Snc e ancora la New Chains Srl1.

Il modus operandi era sempre lo stesso: azioni notturne, ingresso forzato, fuga nei campi e una logistica ben organizzata, con base fuori provincia e veicoli di appoggio.

L’inchiesta si allarga: arresti internazionali e caccia ai complici

Raccolti gravi indizi di colpevolezza, il G.I.P. del Tribunale di Arezzo ha emesso sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per i principali indagati, cinque dei quali cittadini rumeni: due sono stati arrestati subito dopo il colpo alla Fullove, mentre per gli altri è scattato il mandato di arresto europeo. Il 24 aprile 2025, grazie alla cooperazione con Eurojust e la polizia rumena, quattro dei cinque ricercati sono stati localizzati e arrestati in Romania, dove sono state effettuate anche perquisizioni domiciliari decisive per il proseguo delle indagini.

Resta ancora irreperibile uno dei destinatari dei provvedimenti cautelari, mentre le indagini proseguono per accertare eventuali legami con altri contesti criminali e recuperare il bottino disperso.

Il plauso delle istituzioni e il sospiro di sollievo del distretto orafo

L’operazione “Lancia d’Argento” ha ricevuto il plauso del Prefetto di Arezzo e delle autorità locali, che hanno sottolineato l’efficacia della collaborazione tra le forze di polizia e l’importanza della cooperazione internazionale per fronteggiare la criminalità organizzata. Per il distretto orafo aretino, un sospiro di sollievo dopo mesi di apprensione e danni ingenti.

Un’indagine brillante che ha restituito sicurezza agli imprenditori e alla comunità, dimostrando che la rete investigativa, quando lavora unita, non lascia scampo ai predoni dei nostri territori.”

La cronaca di Arezzo, per una volta, può scrivere la parola “fine” su una delle più temute bande di ladri d’oro e argento degli ultimi anni.

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