Arezzo
Pakistano imputato
Rischia 24 anni di carcere per aver dato un bacio ad un bambino di 10 anni e aver toccato nelle parti intime un piccolo di 6. Sarà processato dalla Corte d’Assise di Arezzo il pakistano accusato di due episodi di pedofilia: atti sessuali su minorenni consumati vicino alla scuola. Era il 9 febbraio 2024 nei pressi della primaria Sante Tani in zona Belvedere. Lui nega.
Colpo di scena ieri mattina in tribunale dove era in programma la prima udienza per il 37enne straniero: non è quella la sede competente per giudicarlo, ha ordinato la presidente Annamaria Loprete, ma l’organo superiore, cioè l’Assise, che si occupa di reati ancora più gravi come l’omicidio volontario. L’imputato si troverà di fronte una corte composta da due togati e sei giudici popolari. Ieri era stato accompagnato dal carcere alla Vela, dagli agenti della polizia penitenziaria: una volta comunicata la data della vera partenza del processo, il 27 maggio, è stato riportato in cella a Sollicciano.
Ciò che accadde quella mattina attende di essere chiarito in aula, di certo ci fu tanta agitazione e scattò un tam tam sui cellulari dei genitori perché un bruto, si diceva, avvicinava i bambini nel tragitto verso la scuola approfittando di momenti di distrazione degli adulti. In base alle denunce scattarono le indagini condotte dalla squadra mobile della questura che ad aprile arrivò a individuare il presunto responsabile dei gesti, già segnalato per un episodio simile. In un caso, per il bambino di 6 anni, si tratterebbe di toccamenti nelle parti intime, mentre il più grande sarebbe stato baciato su una guancia, vicino alla bocca. Tradotto in termini giudiziari, il reato è “violenza sessuale” aggravata dalla tenera età delle vittime e anche dal luogo dei fatti, ovvero nelle pertinenze di un ambiente educativo, le scuole. Doppia aggravante, dunque, e possibile condanna che schizza in alto: 24 anni.
Gli inquirenti svilupparono quanto emerso dalle testimonianze e dalle telecamere di sorveglianza della zona: nel caso del bambino piccolo, il presunto pedofilo - richiedente asilo - lo avrebbe circuito mentre camminava lontano dalla mamma e condotto in un luogo defilato, un parcheggio, per abbassargli i pantaloni e toccarlo. A difendere il pakistano è l’avvocato Edoardo Stoppa che intende smontare la tesi accusatoria del pm Laura Taddei, sostenendo che manca la prova certa del coinvolgimento del 37enne nei fatti mentre le contraddizioni sono tante. Vedremo.
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