IL CASO
Operai senza lavoro. Succede a Badia al Pino
Quindici famiglie senza lavoro quasi all’improvviso. E’ ciò che sta succedendo ai trasportatori di una ditta che ha, anzi aveva la propria sede a Badia al Pino. Una ditta che lavora per conto di Ups e che “da un giorno all’altro ci ha lasciato a piedi”, dice Carlo Crulli, portavoce del gruppo dei lavoratori. Ma c’è di più. Ieri mattina, giorno in cui gli operai avevano deciso di scendere in sciopero, si sono ritrovati il magazzino completamente svuotato di camion e altro. Di tutto ciò ne sono a conoscenza i sindacati che hanno già intrapreso trattative con l’azienda in questione che però, almeno fino a questo momento, non hanno portato a risultati concreti. Tutto sarà ufficialmente dismesso sabato 31 maggio. Ma andiamo con ordine e riannodiamo i fili della vicenda. Di fronte al magazzino svuotato di Badia al Pino ci sono gli operai che si ritrovano senza lavoro. L’azienda ha dato loro un ultimatum: “Cioè quello di trasferirsi tutti a Prato dove c’è un centro di smistamento Ups”. “Ma per noi è quasi impossibile - sottolinea Carlo Crulli - L’alternativa sarebbe il licenziamento. Una situazione assurda”. Spiega ancora il portavoce: “Da ieri mattina siamo in sciopero, perché l’azienda ha deciso di chiudere il magazzino di Arezzo e di trasferire tutto il personale dipendente a Prato. Abbiamo cercato, anche tramite i sindacati di intavolare trattative per tenere aperto il magazzino ad Arezzo, ma non c’è stato niente da fare e quindi ci ritroviamo a piedi”. “Tra l’altro, il contratto di affitto del magazzino è scaduto a febbraio e la ditta in questione non ha fatto niente per rinnovarlo o trovare un’altra soluzione”, dice sempre Crulli. Della situazione sono stati immediatamente avvertiti i sindacati. “Che però - sottolinea ancora Crulli - non sono riusciti, almeno per il momento, a trovare un accordo con la ditta e per questo abbiamo indetto uno sciopero ad oltranza che sarebbe dovuto iniziare stamani (ieri ndr), uno sciopero senza presidio”.
Ma ecco la sorpresa che si è consumata nella notte tra lunedì e martedì. “Stamani (martedì 27 maggio ndr) siamo arrivati al posto di lavoro per iniziare il nostro sciopero e non abbiamo trovato più niente. Magazzino chiuso e vuoto di tutta la merce e di tutti i camion e noi non abbiamo potuto fare altro che rimanere fuori. A livello legislativo si tratta della violazione del diritto allo sciopero”. E adesso? “E adesso noi continueremo il nostro sciopero con la speranza che i sindacati facciano qualcosa. Tra l’altro, senza che nessuno di noi abbia deciso se andare o no a lavorare a Prato, ci è stata recapitata una simulazione di busta paga se decidiamo la via del licenziamento. Noi siamo davvero sbalorditi da tutto ciò e non sappiamo che cosa fare. Ci siamo ritrovati senza lavoro da un giorno all’altro e ciò che è peggio con il magazzino completamente svuotato di tutto. Vediamo che cosa succederà e se riusciremo a trovare una soluzione. Sabato sarà ufficialmente il nostro ultimo giorno e se non vogliamo perdere il lavoro dovremo andare a Prato”.
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