Arezzo
Sono fuggiti da Gerusalemme alle 10.30 a bordo di un pulmino diretto in Giordania e dalle 16 sono bloccati ad Amman in attesa di un volo, quando i cieli del Medio Oriente solcati da missili e droni lo permetteranno. “Stiamo bene, siamo in attesa” dice monsignor Andrea Migliavacca attraverso un vocale, con tono sereno. Con altri sei aretini e con i vescovi della Toscana, il prelato era in Terra Santa per un pellegrinaggio di pace. Preghiere e incontri volti a coltivare la speranza in questi luoghi difficili. Ma proprio all’ultimo giorno è scoppiata una guerra che non promette nulla di buono.
“Nella notte quando c’è stato l’attacco di Israele all’Iran siamo stati svegliati dagli alert sui telefonini” spiega Migliavacca. “Colti di sorpresa da quanto stava accadendo, abbiamo dovuto modificare i programmi”. Ieri sera era previsto il viaggio di ritorno da Tel Aviv per l’intera comitiva toscana. Tutto saltato. Spazi aerei chiusi, non si sa fino a quando. Il vescovo di Arezzo Cortona Sansepolcro prosegue: “Abbiamo lasciato Gerusalemme e la struttura Casa Nova gestita dai francescani. E’ stata chiusa la città storica, chiusi via via tutti i passaggi. Dovevamo ridefinire tutto, il viaggio è stato tranquillo, abbiamo raggiunto la frontiera giordana da Allenby, siamo arrivati a destinazione, ad Amman, alle 16. Potremo ripartire solo quando ci saranno dei voli per farci rientrare in Italia”. A sera non c’erano ancora spiragli. Con Migliavacca in un albergo nei pressi del Terrasanta college, ci sono don Luca Lazzeri, parroco di San Domenico, Nicholas Spertilli, seminarista prossimo all’ordinazione sacerdotale, Marco Rossi, Francesco Cioni, Donald Pooda e Luca Primavera, giornalista di Tsd. Ha fatto loro visita il nunzio apostolico di Giordania.
“Il pellegrinaggio dei vescovi toscani, accompagnati da altri fedeli” spiega Migliavacca “aveva lo scopo di essere un segno di vicinanza e di pace, proprio per questo abbiamo incontrato e visitato non solo i luoghi santi, ma tante esperienze, situazioni, testimonianze delle diverse comunità”. Un clima fraterno, di preghiera e condivisione. Il gruppo ha anche incontrato il patriarca cardinale Pizzaballa e il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Momenti intensi sono stati la visita a Betlemme, al Santo Sepolcro, a Gerico, la sosta nel deserto.
“L’attacco a Theran ha complicato la situazione e modificato il programma, stiamo bene, attendiamo e preghiamo”, aggiunge monsignor Migliavacca prima di una notte di incertezza per il clima internazionale che nell’epicentro della guerra è diventato improvvisamente cupo, con la luce della speranza che cerca fessure per uscire fuori.
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