IL FATTO DEL GIORNO
I titolari Antonio e Rina
Antonio De Palma, 80 anni, è davanti al girarrosto. I polli cuociono lenti come il trascorrere del tempo. Alla rosticceria ristorante La Griglia, sembra davvero che il tempo si sia fermato. Dal 1968, anno di nascita, non è cambiato niente o quasi. I sapori sono sempre gli stessi, gli arredi quasi.
Dalla cucina sbuca la signora Rina Fracassi, moglie di Antonio, con una ciotola piena di insalata di riso e i clienti cominciano ad arrivare. La rosticceria si trova in via Vittorio Veneto e sulle vetrine che danno sulla strada, c'è un cartello con su scritto “Questa attività è in vendita, 35 mila euro trattabili”.
Il signor Antonio ci dice che all'inizio il prezzo era ancora più basso: "Ma nessuno si è avvicinato, perché appunto chi era interessato, diceva che era troppo basso. Chiedevo una cifra minore e considerate che qua dentro ci sono forni e stufe che, da soli, valgono tanti soldi”.
La Griglia è in vendita dal periodo di Natale del 2023, un anno e mezzo e in pochi si sono presentati per concludere l'affare. Magari a chiedere informazioni sì, ma poi tutto è rimasto nell'aria.
Il figlio Luca ci spiega: “Quando sentono che devono lavorare anche il sabato e la domenica, si dileguano". E poi cuochi non ci si improvvisa dal giorno alla notte. Adesso però è arrivato il momento di dire basta. "Il 27 luglio è l'ultimo giorno - ci dice Antonio - o qualcuno si fa avanti, oppure si chiude definitivamente".
La signora, cliente da una vita, che ha ordinato l'insalata di riso che spicca fresca dalla vetrina, ci dice: "Per noi di via Vittorio Veneto, la rosticceria, è un punto di riferimento, se sapesse quante domeniche mi ha risolto. E poi il cibo è davvero buono". Perché la rosticceria, come i ristoranti, di cui è dotata anche La Griglia, resta aperta i festivi, il sabato e la domenica. Oltre naturalmente agli altri giorni della settimana, escluso uno. "E forse è anche quello che scoraggia, cioè lavorare sempre o quasi - fa eco di nuovo il figlio Luca - Adesso abbiamo altri incontri per capire se la storia della rosticceria andrà avanti, oppure se si chiuderà definitivamente".
Dalla cucina spuntano anche Terzilio ed Elvira che lavorano con Antonio da anni.
"Ormai abbiamo un'età ed è giusto riposarsi" dice ancora il titolare, mentre guarda la cottura dei polli, ma lasciare quel posto che scandiva i ritmi anche e soprattutto i ritmi della propria vita, è difficile, tanto che ad Antonio vengono le lacrime agli occhi. La moglie, cerca subito di scuoterlo "non è morto nessuno", gli dice, concreta e pratica. Ma ormai tutto è deciso. Se entro domenica 27 luglio, la rosticceria non passerà di mano, chiuderà definitivamente dopo 57 anni di onorato servizio. Testimone di un'Arezzo cambiata nel tempo sì, ma sempre affezionata ai sapori della Griglia.
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