LA STORIA
I due ex titolari Maria Luisa Guerrieri e Dino Donati
C’era una volta, perché se questa non è una favola, poco ci manca. Dopo 231 anni, la bottega di alimentari di Colcellalto, paese di 75 anime nel comune di Sestino al confine con la Romagna, tira giù la saracinesca. Ha chiuso il 31 maggio scorso dopo oltre due secoli, gestita sempre dalla famiglia Cheli-Donati.
All’inizio era un’osteria, poi nel tempo è diventato un generi alimentari di quelli dove si poteva trovare di tutto. Dal pane al pennino fino al quaderno della scuola, perché una volta, a Colcellalto c’era anche quella e i bambini si servivano alla bottega del paese per comprare materiale scolastico. Ma era anche il “posto telefonico pubblico”. E si riconosceva bene da quel cartello giallo che indicava la rotellina del vecchio telefono. “Quando ancora non c’era in tutte le case – racconta la titolare Maria Luisa Guerrieri – andavamo a chiamare le persone che ricevevano la telefonata. Per tanti anni siamo stati anche servizio pubblico elettorale.”
Maria Luisa Guerrieri ha 68 anni, origini di Anghiari, suo marito Dino Donati ne ha 82 ed è di Colcellalto. Insieme hanno gestito la bottega che era della mamma di Dino e prima ancora del nonno e prima ancora del bis nonno. Generazioni che si sono passate le chiavi di quel luogo che ha visto due guerre mondiali, quelle d’indipendenza prima ancora e anche pandemie. Come quella di cinque anni fa, durante la quale, Maria Luisa, si faceva in quattro, purché agli abitanti di Colcellalto non mancasse niente.
La piccola frazione è l’ultimo baluardo della provincia di Arezzo. Si fa prima ad andare in Romagna che a venire nel capoluogo, anche se Martino, figlio di Maria Luisa e Dino ad Arezzo ci viene ogni giorno. Fa l’insegnante al liceo Francesco Petrarca. “160 chilometri. 80 andata e 80 al ritorno”, dice. Non gli è mai passata l’idea di lasciare Colcellalto che adesso è diventato un paese dormitorio. Gioventù sempre meno e tanti che lavorano fuori. Per questo la bottega, lentamente ha visto sparire i clienti.
“Il giro d’affari era sempre meno – racconta Dino – Purtroppo l’avvento dei supermercati, la patente e l’auto, che ormai hanno tutti, ci hanno tagliato le gambe. I clienti erano sempre meno. Abbiamo chiuso con tanta amarezza, ma ci preme dire grazie a tutte quelle famiglie che ci hanno permesso di restare in vita fino al 31 maggio 2025. Oltre due secoli di storia.” Iniziata con un’osteria vicino alla chiesa. “Poi nel 1947 mio nonno che doveva sfamare sette figlioli, decise di allargarsi. La bottega venne trasferita più a portata di mano e le licenze cominciarono ad aumentare. Alimentari, merceria, sigarette, bar.”
“E anche cartoleria – dice Maria Luisa, ex insegnante – A Colcellalto, un tempo, c’era la scuola e i bambini venivano a comprare i pennini, i quaderni e le matite. Ma quassù durante l’estate arrivavano anche le colonie di ragazzi da Sansepolcro e la bottega era importante che fosse aperta.”
E’ stato Martino, il figlio, a risalire alle origini del negozio. Prima quando era vicino alla chiesa c’era una targa con su scritto 1909 “poi è andato in archivio, a Badia Tedalda ed ha visto che ci sono documenti che testimoniano dell’esistenza della bottega fino dal 1794 e chissà che magari non sia ancora più antica.”
“E’ una sconfitta chiuderla – dice ancora Maria Luisa –A me è dispiaciuto. Tanto. Amavo il mio lavoro, la mia vita. Ma purtroppo non c’erano più le condizioni.” Colcellalto perde dunque un punto di riferimento, ma non la storia di questa bottega, testimone di due secoli, che potrà essere raccontata e tramandata. E chissà se mai riaperta.
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