Il caso
Valentina Greco, ritrovata viva dopo 9 giorni
Di certo, c’è solo che è viva. Ed è già molto, considerando che per nove interminabili giorni, dal 9 al 18 luglio 2025, Valentina Greco, 42 anni, sarda, consulente umanitaria e attivista per i diritti civili, era letteralmente svanita nel nulla alle porte di Tunisi. E' stata ritrovata priva di sensi, chiusa nell’armadio della propria abitazione a Sidi Bou Said. Ma ciò che si sa davvero finisce qui. Tutto il resto è ancora un groviglio di interrogativi, reticenze e sconcertanti omissioni, come ammette la famiglia, che chiede chiarezza. E chiede soprattutto risposte.
Valentina Greco vive a Tunisi
Valentina Greco vive a Sidi Bou Said, quartiere raffinato della capitale tunisina—celebre per le sue casette bianche e blu affacciate sul mare. Da anni impegnata nella tutela di migranti e donne in fuga, telefona l’ultima volta alla madre il 9 luglio. “Ci sono problemi con la linea, dammi due giorni e risolvo tutto”, avrebbe detto. Dopo quella chiamata, il vuoto. Nessun messaggio, nessuna risposta a chiamate, mail, WhatsApp. Il telefono taciuto, il silenzio diventato, ora dopo ora, angoscia nera. La madre, Roberta Murru, non ci crede: “Valentina non avrebbe mai abbandonato i suoi gatti”. Chiama, insiste, denuncia ai carabinieri di Cagliari. Sollecita l’Ambasciata, coinvolge la Farnesina. Il caso arriva fino al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che si attiva personalmente. La polizia tunisina effettua un primo sopralluogo nell’appartamento: tutto in ordine, nessuna traccia. Ma di Valentina, nessuna notizia. Sabato mattina, la svolta: la polizia tunisina rientra per una seconda ispezione e la trova. Chiusa dentro l’armadio di casa, priva di sensi e stremata, ma viva. Subito trasportata all’ospedale, sottoposta a controlli e reidratata. La madre conferma al Corriere della Sera: “Ci ho parlato. L’ha trovata la gendarmeria. Ora sta bene.” Ma come è possibile che nel primo controllo non fosse stata trovata? E non era sola, dato che i vicini l’avevano cercata, e l’ambasciata monitorava la situazione (Fonte Corriere della Sera).
Il mistero si infittisce sulle modalità della scomparsa e, soprattutto, sulle indagini. Al momento del ritrovamento, si scopre che mancano all'appello il cellulare e il PC di Valentina. Nessuno sa quando siano spariti, chi li abbia presi o perché, aggravando l’ipotesi di un atto doloso. Colleghi e amici (citati dal Corriere della Sera), riferiscono che la donna nei giorni precedenti si sentiva turbata, provata da ripetute avances di un uomo del posto, stando a quanto confermato dallo stesso fratello, Alessio Greco. Ad alimentare il sospetto di una pressione psicologica (nel migliore dei casi) sono le parole dell'avvocato Gianfranco Piscitelli, dell’associazione Penelope, secondo cui la versione ufficiale "non convince affatto". Come può essere rimasta per nove giorni nell’appartamento già controllato dalla polizia? Era realmente svenuta o si nascondeva? Perché non è stata trovata prima? Il rischio per Valentina non era solo la solitudine. Anni fa, a Roma, aveva subito una grave embolia polmonare: “Da allora prende anticoagulanti, non può interrompere la cura”, sottolinea la madre. Un trauma, una semplice caduta, per lei può essere fatale. Anche questo spiega l’urgenza con cui la famiglia ha cercato di mobilitare ogni risorsa per trovarla.
Ora Valentina è fuori pericolo, sorretta dall'affetto dei suoi e dalle cure dei medici tunisini. Ma le indagini continuano, mentre la famiglia si prepara a volare a Tunisi. Il fratello Alessio si fa portavoce della richiesta: “Vogliamo solo capire cosa sia successo, quindi no comment”, spiega al Corriere della Sera. Ma la domanda che tutti si fanno resta senza risposta: perché nessuno l’ha trovata prima? Chi era stato in casa? Dove sono finiti i suoi dispositivi elettronici?
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy