L'intervista
Don Gregorio Vitali e la copertina di Giallo
“Dio vi punirà”. Sul Delitto di Garlasco a parlare per la prima volta è don Gregorio Vitali, ex rettore del Santuario della Madonna della Bozzola. Da tempo, il nome di don Vitali viene associato sempre più spesso a questa complessa vicenda, soprattutto dopo che il caso è tornato sotto i riflettori per le nuove indagini a carico di Andrea Sempio. A pubblicare l’intervista al sacerdote è il settimanale Giallo che da sempre si occupa in maniera molto intesa dell'omicidio e di tutti i suoi risvolti.
Secondo alcune teorie, Chiara Poggi sarebbe stata vittima di una vera e propria esecuzione ordinata da un’organizzazione criminale perché “colpevole” di essere venuta a conoscenza di fatti compromettenti su persone influenti, con possibili collegamenti a scandali avvenuti nel Santuario della Bozzola, dove Vitali ha svolto il suo ruolo di guida religiosa. Il delitto, avvenuto nel 2007 e per il quale Alberto Stasi fu condannato in via definitiva, viene quindi molto spesso visto sotto una nuova luce, quella di un omicidio su commissione eseguito per mettere a tacere la testimone scomoda.
Nell’intervista rilasciata a Giallo, don Gregorio Vitali ha categoricamente respinto ogni accusa di scandali e abusi sessuali legati al Santuario della Madonna della Bozzola e ha fatto appello alla sua confessione, minacciando una “giustizia divina” contro chiunque continuerà a coinvolgerlo nella vicenda del delitto di Chiara Poggi. Vitali ha espresso il suo dolore e la sua sofferenza per tutta la vicenda, citando i Salmi: “Dio fammi giustizia, difendi la mia causa contro la gente spietata”. Ha concluso con un ammonimento: “Invoco su chi parla di me la giustizia divina”.
Il settimanale Giallo ha dato spazio a testimonianze di persone che hanno denunciato abusi subiti negli stessi luoghi del Santuario, alimentando ulteriori dubbi e misteri sul caso e sul contesto in cui si inserisce l’omicidio di Chiara Poggi. Adesso la durissima presa di posizione del sacerdote. Occorre ricordare che nel 2014 si verificò un presunto ricatto a sfondo sessuale ai danni di don Gregorio Vitali, allora rettore del Santuario. Due cittadini rumeni furono condannati per estorsione aggravata per aver minacciato il sacerdote di diffondere audio e video compromettenti nei suoi confronti.
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