LA STORIA
Parco via Arno
Una volta la minaccia era “ti buco il pallone”, se, giocando a calcio rompevi qualcosa, oggi all’avvertimento “ti ridono in faccia e poi continuano a fare come vogliono”. Sono arrabbiati i residenti che abitano davanti al parco di via Arno. E lo sono da anni. Sembra una storia targata anni Ottanta, ma del fascino pallonaro poco è rimasto.
Parco via Arno ore 11. Tanti bambini con i nonni che giocano in una mattinata piena di sole. Una fotografia bucolica che però non rispetta ciò che avviene nelle ore notturne. Sembra infatti che appena arriva la sera e peggio la notte, il parco diventa preda di tanti ragazzi che giocano a calcio e spesso e volentieri il pallone finisce in mezzo alla strada o addirittura colpisce qualcosa o qualcuno. “Noi glielo diciamo che devono smettere oppure di stare più attenti”, ci raccontano alcuni residenti che abitano proprio di fronte al parco, “ma nessuno ci dà retta”. Un tempo dicono che c’era anche una scritta “vietato giocare a pallone nel parco”, ma sembra quasi impossibile che possa essere così, visto che proprio quel campetto di via Arno è stato dedicato alla memoria del Pau, Francesco Paolucci, grande tifoso dell’Arezzo. Insomma nel parco a pallone ci giocano tutti, ma c’è chi lo fa rispettando gli altri e chi invece degli altri gli interessa il giusto. Una signora ci ferma e ci racconta: “Anche ieri sera (lunedì ndr) ero in terrazza e sentivo le urla dei ragazzi nel parco. Ed era già dopo mezzanotte. A volte i palloni vanno ovunque e servirebbero, per arginare il problema, una rete più alta e anche un po’ di educazione”. Un signore che frequenta spesso il parco con i nipoti, ci mette al corrente anche di danni che le pallonate avrebbero causato agli appartamenti. “Sono state colpite le grondaie, gli avvolgibili e addirittura i parabrezza delle auto. Ovviamente danni che a noi non ci hanno mai risarcito”. “Giocare a calcio, in un giardino pubblico - fa eco un altro residente - è pericoloso, perché non ci sono protezioni e ci sono stati danni sia a cose che alle persone. Addirittura qualcuno di noi ha fatto denuncia sia in Comune che in Prefettura, ma per il momento senza esito”. E ancora “perché non ci sono solo i palloni che volano da una parte all’altra, ma anche gli stessi ragazzi che si divertono a dare pallonate al muro. Praticamente arrivano fino sotto i nostri condomini e calciano il pallone a ripetizione contro il muro, ovviamente a tutte le ore. Sinceramente non ne possiamo più, anche perché è un problema che va avanti da diverso tempo”. Addirittura si parla del 2018 quando le prime rimostranze arrivano da parte dei residenti “ma se ancora siamo qui a parlarne vuole dire che non è cambiato niente”.
E mentre giriamo per il parco di via Arno, notiamo anche un cartello con su scritto “In seguito alle richieste del Consiglio dei bambini, il Comune di Arezzo ha modificato il Regolamento per la tutela del verde pubblico”: adesso i bambini fino a 12 anni possono giocare liberamente nei parchi, anche con la palla”. E più sotto si legge: “E’ importante però stare molto attenti a non rovinare le cose, i fiori presenti e a non dare fastidio alle persone”. Ma così non sembra, anche se i ragazzi in questione non hanno certo meno di 12 anni. In conclusione, però, che cosa chiedono i residenti della zona davanti al parco di via Arno? “Prima di tutto non vogliamo la chiusura del parco, ma chiediamo che la rete del campetto da calcio venga alzata a protezione dei palloni e delle pallonate che arrivano fino alle nostre case. In questo modo saremmo protetti e i ragazzi potranno giocare, magari non a notte fonda o al mattino presto, senza disturbare gli altri”.
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