IL CASO
L'ingegnere Giovanni Cardinali
L’ingegnere Giovanni Cardinali la chiama la “cultura della manutenzione”, aggiungendo “è quella che purtroppo manca, ma non solo”. Le due alluvioni nel giro di 24 ore che hanno costretto Arezzo a interventi straordinari di emergenza lasciano su tutti alcune domande: perché questa città si allaga come fosse Venezia? La colpa è sempre degli eccezionali fenomeni atmosferici? E perché i sottopassi si allagano, è normale? Risponde l’ingegnere Cardinali: “Abbiamo un sistema fognario datato, nel senso che la sezione idraulica delle fogne non è in grado di contenere la portata d’acqua provocata dai fenomeni meteorologici di oggi. Una condotta fognaria non può andare in pressione come invece è ammesso per le tubazioni di un acquedotto. Siamo in presenza di fognature tarate per le piogge di alcuni decenni anni fa. In Corso Italia, per esempio, la pressione è tale che l’acqua esce in altezza dai pozzetti intermedi per invadere la strada, questo perché la fognatura non riesce a contenerla tutta. Servirebbe rifasare tutto il sistema fognario, e soprattutto andrebbero tenute pulite le griglie e i sottostanti pozzetti con una manutenzione tempestiva, periodica e costante.”
I nodi restano però i sottopassi, è normale che un sottopasso come quello del Baldaccio o anche gli altri, si allaghino con tanta facilità? “I sottopassi non sono soggetti ad allagamenti se vengono progettati nel modo giusto - risponde Cardinali - Vale a dire con un sistema che prevede alla quota più bassa una vasca di accumulo acque piovane o di falda e la presenza di idrovore che entrano in azione in modo automatico non appena si verifica un allagamento, evitando che l’acqua ristagni e aumenti in altezza. Esse devono essere collegate ad un gruppo elettrogeno in caso di mancanza di corrente dalla rete elettrica. Tutto il sistema va monitorato e testato periodicamente per mantenere il corretto funzionamento in caso di emergenza. Inoltre è importante la segnalazione semaforica. In ogni sottopasso a rischio serve per avvertire se è transitabile o no”. Ma ciò che manca di più, sottolinea ancora l’ingegnere Cardinali “è la cultura della manutenzione”, sia in ambiente urbano che in territorio aperto, “in particolare collinare dove una fitta rete di strade si trasforma in tanti ruscelli impetuosi per assenza di interventi su fossette laterali, risciacqui e tombini”. Tutto un sistema di prevenzione che può dare una grossa mano per non arrivare alle situazioni come si sono verificate negli ultimi giorni. “In conclusione - dice Cardinali - oggi la manutenzione del territorio e l’adeguamento dei sistemi fognari al cambiamento climatico va considerata la più importante opera pubblica per ogni livello di governo locale, regionale e statale”.
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