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IL CASO

Arezzo, il parroco taglia quattro pini secolari "sono pericolosi", ma la comunità insorge

Francesca Muzzi

02 Settembre 2025, 04:55

Pini a Olmo

I pini marittimi di Olmo che saranno abbattuti

A Olmo ci sono il sole e il traffico, lungo la 71. Molte sono le auto che, ignare di attraversare un centro abitato, sfrecciano nel rettilineo. Ma non siamo nella frazione alle porte di Arezzo per parlare di pericolosità della 71 (stranamente), quanto di un altro tipo di pericolosità, quello dei grossi pini che si trovano da anni sul ciglio di una strada che venne costruita dopo. Il parroco, don Gianfranco Cacioli, che guida la parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio dal 2019, ne sta facendo tagliare 4 che si trovano davanti alla chiesa e a ridosso della strada. Lo ha annunciato in chiesa, durante la messa domenicale lo scorso 24 agosto, ma c’è una parte della comunità che non approva questo taglio dei pini e che chiede “sentiamo un altro parere”.

Ma don Gianfranco con tanto di autorizzazione comunale e relazione di un agronomo, va avanti per la sua strada: “Dispiace tagliarli - dice - ma sarebbe peggio se dovessero cadere addosso a qualcosa o a qualcuno”. E mentre don Gianfranco lo sottolinea, ci fa notare che proprio sotto uno di questi pini, c’è la fermata della corriera che arriva proprio mentre siamo lì davanti alla chiesa. “C’è poca distanza tra il pino e il bus e non voglio pensare se un colpo di vento, come è già successo da altre parti, lo facesse crollare”. Quando domenica 17 agosto arrivò la bomba d’acqua, don Gianfranco era alla finestra a pregare che i pini restassero in piedi. “Per fortuna non è successo come a Milano Marittima una settimana dopo”, dice ancora e poi racconta: “Un po’ di tempo fa avevo deciso di potare i pini. Chiamai gli operai, ma mi fecero notare che se da fuori i rami sembrano verdi, dentro sono malati. A quel punto feci arrivare un agronomo per capire meglio lo stato di salute delle piante. Non sapevo - dice don Giancarlo - che si potessero fare una specie di radiografie. Da queste hanno visto che l’albero è malato e che per la sicurezza di tutti sarebbe meglio abbatterlo. E così è successo”.

Quattro in totale che andranno giù: due pini marittimi e due pini non marittimi. Le operazioni sono già cominciate, perché tagliare piante del genere non è semplice, occorre partire dai rami e non è escluso che “non si debba anche chiudere la strada”, dice ancora don Gianfranco che si prepara pure a coprire le spese per il taglio degli alberi. Ma se una parte dei parrocchiani è con il parroco, un’altra parte della comunità non vuole che i pini vengano tagliati. “Ci dispiace - dicono - perché potevamo chiedere il parere di altri esperti. Ciò che chiediamo è ‘davvero questa è la soluzione?’ Questi pini ormai sono qua da anni, secoli, e hanno resistito a tutto, possibile che adesso sono diventati un pericolo per la comunità? Sarebbe stato meglio parlarne prima e non sapere tutto quasi a cose fatte. Comprendiamo il pericolo, ma chissà se forse non ci sarebbe stata un’altra soluzione”.

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