IL CASO
Polizia di Stato
Vasta operazione della Polizia di Stato, che ha interessato anche il territorio aretino, con una particolare attenzione agli esercizi commerciali e alle strutture note quali ritrovo di ragazzi. Nel contesto dell’attività svolta, si segnala la denuncia per ricettazione nei confronti di un minorenne, che aveva postato sul proprio suo profilo Instagram diversi contenuti che lo ritraevano mentre era intento ad impugnare una pistola. Personale della Squadra Mobile entrava in azione con una perquisizione a casa, durante la quale venivano trovate due pistole giocattolo del tipo soft-air, prive del tappo rosso, alcuni coltelli a serra manico ed una serie di documenti d’identità, codici fiscali e bancomat intestati a terze persone, alcuni dei quali risultati provento di furto. Sempre nell’ambito del contrasto alla criminalità e alla devianza giovanile continua l'attività di monitoraggio delle piattaforme social che gli operatori della Polizia di Stato effettuano periodicamente al fine di intercettare eventuali condotte illecite commesse in rete. Proprio nell’ambito di tale attività, personale della Squadra Mobile, unitamente alla Sezione operativa per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale di Arezzo, individuava un 20enne tunisino, già arrestato nel marzo 2025 dovendo scontare una condanna definitiva ad anni 2 mesi 11 di reclusione per una serie di rapine commesse in concorso sul territorio aretino. A seguito dell’attività d’indagine compiuta proprio sui suoi canali social veniva inoltre appurata la presenza di contenuti inneggianti l’odio, la violenza, la commissione di reati predatori o contro la persona e lo scontro con le forze dell’ordine. Pertanto, è stato chiesto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo un decreto di oscuramento dei canali social e il ragazzo veniva denunciato per il reato di istigazione a delinquere, anche in virtù del fatto che era già stato interessato da un’indagine avviata dalla Squadra Mobile di Arezzo con la Procura dei minorenni di Firenze, nell’ambito della quale figurava quale promotore di una banda giovanile dedita a furti e rapine, attiva per le vie del centro città e aveva dunque maturato nel tempo un’ampia eco tra i suoi seguaci, rendendo alto il pericolo di emulazione e di diffusione dei suoi propositi criminosi.
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