La storia
Antonietta Gargiulo insieme alle figlie e l'ex marito Luigi Capasso
La mattina del 28 febbraio 2018 il silenzio di Cisterna di Latina fu squarciato da una tragedia che avrebbe segnato per sempre la vita di una donna e scosso la coscienza del Paese. Antonietta Gargiulo, moglie e madre, venne raggiunta da tre colpi di pistola esplosi dall'ex marito, Luigi Capasso, appuntato dei Carabinieri. Quel gesto di follia non fu l’epilogo, ma l’inizio di un’ora interminabile di orrore: mentre lei lottava tra la vita e la morte, lui si chiuse in casa, prese le loro figlie Martina e Alessia e le uccise a sangue freddo. Infine rivolse l’arma contro sé stesso e si tolse la vita.
Quando ho saputo che le bambine erano morte sono stata per giorni a guardare il soffitto
Antonietta non poté fermarlo, non poté proteggere le sue bambine. Rimase sospesa tra la vita e la morte in un letto d’ospedale, ignara del destino che aveva travolto la sua famiglia. Quando aprì gli occhi, le venne consegnata la notizia più terribile: le sue figlie non c’erano più e nemmeno il suo ex marito. Da quel momento, la sua esistenza non è stata più la stessa. Antonietta è sopravvissuta. Non solo biologicamente, ma con una forza che ha spiazzato chiunque l’abbia incontrata. Invece di soccombere al buio, ha scelto di dare un senso alla propria sofferenza, trasformandola in testimonianza. Ha reso pubblico il proprio dolore, ha parlato di Martina e Alessia come di due luci che continuano a vivere attraverso la memoria, ha raccontato l’inganno di un amore che da rifugio si trasforma in gabbia e la necessità che la società non volti più lo sguardo di fronte a segnali troppo spesso ignorati.
Una foto di qualche anno fa: l'incontro tra Papa Francesco e Antonietta Gargiulo
La sua storia non è solo cronaca nera: è un monito. Ricorda quanto fragile possa essere il confine tra amore e possesso, tra la promessa di protezione e l’esercizio brutale di potere. Nel volto di Antonietta si legge l’ingiustizia di un destino che l’ha privata di ciò che aveva di più caro, ma anche il coraggio di chi sceglie di non lasciarsi schiacciare. La sua voce continua a levarsi, discreta ma ferma, come un appello alla memoria collettiva. In ogni suo passo c’è il ricordo delle figlie, in ogni suo gesto la volontà di non dimenticare. Antonietta Gargiulo è diventata un simbolo silenzioso ma potente: una donna che ha visto il peggiore degli abissi e che pure continua a camminare, portando dentro di sé il peso di una tragedia privata e al tempo stesso universale.
Antonietta Gargiulo con una delle sue due figlie
La sua storia non è soltanto quella di una sopravvissuta: è quella di una madre che, nonostante tutto, continua a testimoniare che la vita, anche dopo l’orrore, deve trovare una via. "Quando ho saputo che le bambine erano morte sono stata per giorni a guardare il soffitto - ha raccontato Antonietta in una intervista - non volevo collaborare con i medici". Poi è accaduto qualcosa irreale, come se le figlie le chiedessero "di non morire, perché altrimenti anche la loro storia sarebbe morta con me".
Lo scorso mese di luglio sono stati scagionati i medici che avevano dichiarato Luigi Capasso idoneo a detenere l'arma da fuoco e di fatto gliel'avevano restituita tre mesi prima della strage. Secondo i giudici non c'è stata colpa, anche se c'erano state diverse segnalazioni sui comportamenti instabili del carabiniere e sul suo disagio psichico. Anche in quel caso dure furono le dichiarazioni della donna. A Vanity Fair disse che "chi avrebbe dovuto tutelarci ci ha lasciati soli. Sono a pezzi. Per adesso hanno vinto, ma non mi fermerò". Stasera, mercoledì 24 settembre, Antonietta Gargiulo sarà ospite di Chi l'ha visto?, il programma condotto da Federica Sciarelli su Rai 3.
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