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CORRIERE DI AREZZO 1985-2025

L'Arezzo di Conte e Sarri retrocede in serie C1. Ce lo manda la Juve che perde in casa

Francesca Muzzi

02 Ottobre 2025, 12:59

La retrocessione dell'Arezzo a Treviso

La retrocessione dell'Arezzo nel 2007 a Treviso

Il campionato 2006-2007 resterà per sempre negli annali della storia dell’Arezzo Calcio, come uno dei più sorprendenti e nello stesso tempo più amaro. È la stagione che segna la retrocessione degli amaranto in Serie C1 dopo tre anni, ma è anche la stagione che comincia con la penalizzazione per via di Calciopoli. È anche il campionato che vede in panchina alternarsi Antonio Conte e Maurizio Sarri che allora, ma forse lo sapevamo già, nessuno si sarebbe immaginato la carriera che avrebbero poi fatto i due allenatori. È la stagione di una città contro un risultato, ancora oggi, che appare ingiusto. Ingiusta come fu quella retrocessione. Ma riavvolgiamo il nastro.

L’Arezzo dopo la promozione in Serie B, i playoff per la Serie A sfiorati per colpa di un gol non realizzato, si ritrova a partire non più con Elio Gustinetti in panchina, ma con Antonio Conte. Fresco allenatore del corso di Coverciano. Vice allenatore a Siena di Di Canio. Mai primo allenatore. Arezzo fu la sua prima esperienza. Ma gli amaranto cominciano subito con un handicap: -9 punti per colpa di Calciopoli. L’Arezzo che si ritrova invischiato in una partita del campionato scorso (2004-2005) — i ricorsi della società che vengono respinti. Si parte comunque e fu proprio l’Arezzo ad inaugurare quella stagione, di venerdì sera, dopo un’incredibile estate. Contro il Mantova. Finisce 1-1 per la cronaca con gol di Floro. Ma sembra davvero una stagione segnata. Gli amaranto sbagliano sei rigori in altrettante partite. Alla fine di ottobre del 2006, la storia dice che il presidente Piero Mancini, tuonò all’interno dello spogliatoio all’allora e compianto oggi direttore generale Ermanno Pieroni: “Mi mandi via quel dilettante”. Alla nona giornata con soli cinque punti, frutto anche di un pari contro il Napoli, Conte viene dunque esonerato. Al suo posto ecco Maurizio Sarri, mister 33 schemi.

L’esordio dell’ex tecnico di Stia e Tegoleto non è dei migliori: tre sconfitte di fila, Lecce, Bologna e Brescia. Poi comincia la risalita. Restano negli annali i pareggi contro la Juventus a Torino e quello contro il Napoli in casa. Ma Sarri è troppo altalenante, non dà quella giusta carica e dopo 18 giornate e 19 punti viene esonerato — in diretta su Sky quando ancora nemmeno il tecnico lo sapeva — e torna Antonio Conte. Completamente cambiato rispetto al primo Conte e con davanti una sfida che sembra impossibile. L’allenatore arriva e subito dice: “Giocheremo con il 4-2-4”, praticamente tutti all’attacco “perché non abbiamo più niente da perdere”.

La situazione dell’Arezzo non è delle migliori, è sempre più giù in classifica e le giornate per recuperare sono sempre meno. A maggio la Juventus viene ad Arezzo e vince 5-1 riportandosi così in Serie A. Si va verso la fine della stagione. L’Arezzo deve incamerare più e più punti possibile per cercare di salvarsi. E così succede, ma all’ultima giornata succede anche di peggio. Gli incroci in calendario dicono che l’Arezzo deve prima di tutto vincere a Treviso e sperare che dagli altri campi — soprattutto da Torino dove si gioca Juventus-Spezia — arrivi la sconfitta dei liguri. È un’ultima giornata vietata ai deboli di cuore.

L’Arezzo fa il suo e batte il Treviso a casa sua. Ma da Torino, dove la Juve non perde da due anni, lo Spezia fa il miracolo e vince. Tre punti per i play out, mentre l’Arezzo retrocede direttamente in Serie C1. Conte si presenta in sala stampa ed è una furia: “Contro di noi la Juventus sembrava in finale di Champions League. Si parla di calcio pulito, poi succedono queste cose. Nel calcio sono tutti bravi a parlare, sembrava che i cattivi fossero fuori. E allora evviva il calcio pulito”.

Nei giorni a seguire tutta la città si schiera contro quella che appare una vera e propria ingiustizia sportiva. Ma il TAR del Lazio non revoca la penalizzazione di Calciopoli. La retrocessione è confermata. L’Arezzo torna in C1. Non è finita. Antonio Conte, nonostante tutto, va dal presidente Piero Mancini e gli propone un piano di rilancio: due anni di contratto, 200 mila euro all’anno, con lista dei primi acquisti per la pronta risalita. Mancini non accetta e affida la panchina allo sconosciuto Luciano De Paola che verrà esonerato a campionato in corso. Finisce così l’avventura in Serie B. Con tanta amarezza a strisce bianconere che ancora grida vendetta.

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