Lunedì 01 Dicembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Il caso

Pamela Genini ammazzata con 24 coltellate dal compagno: lo voleva lasciare. Lui ha tentato di uccidersi: invano

Julie Mary Marini

15 Ottobre 2025, 16:02

Pamela Genini ammazzata con 24 coltellate dal compagno: lo voleva lasciare

Pamela con il suo cagnolino Bianca

Era una serata di tensione, quella nel quartiere Gorla a Milano, quando la vita di una giovane donna è stata spezzata da una violenza cieca, decisa, premeditata. A morire è stata Pamela Genini, 29 anni, modella e imprenditrice, titolare di un brand di bikini,uccisa nel suo appartamento in via Iglesias, nella periferia nord della città. L’assassino, Gianluca Soncin, 52 anni, compagno della vittima, è stato fermato nella notte con l’accusa di omicidio volontario aggravato, oltre che stalking, premeditazione, crudeltà e futili motivi. Pamela aveva deciso di troncare la relazione. Non era la prima volta che Soncin si mostrava minaccioso. In più di un’occasione, secondo testimoni, l’uomo l’aveva picchiata, minacciata. Non risultano denunce formali da parte di Pamela contro di lui, ma gli investigatori parlano di atti persecutori documentati da amici e conoscenti, come riportano Ansa e Corriere della Sera. 

Pamela e la sua cagnolina Bianca

È verso le ore tarde del martedì che la tragedia ha raggiunto il suo culmine. Soncin, secondo l’accusa, si sarebbe procurato una copia delle chiavi dell’appartamento di Pamela, dimostrando una volontà di entrare nell’abitazione nonostante il tentativo di distanza fisica e psicologica della donna. La dinamica ricostruita dagli inquirenti è agghiacciante: Soncin si sarebbe presentato nell’abitazione con un coltello da caccia — arma che poi sarebbe servita a infliggere 24 coltellate a Pamela. Colpi al collo, al torace, al dorso, agli arti, anche alle mani: ogni punto del corpo è stato usato per uccidere. Un gesto feroce, che gli inquirenti definiscono “crudele” e mosso da motivazioni futili.

E' stata uccisa con 24 coltellate

Nonostante l’assedio di timori e urla, la mattanza è avvenuta troppo in fretta. Pamela, nella disperata speranza di guadagnare tempo, avrebbe risposto al citofono dell’appartamento ai poliziotti che si stavano avvicinando. Avrebbe detto: “E' Glovo”, forse per far passare la visita come innocua consegna, sperando che ciò fermasse l’uomo. Ma Soncin, presente nell’appartamento, non si fermò: poco dopo, la violenza esplose in tutta la sua brutalità. I vicini, allertati dalle urla, chiamarono le forze dell’ordine. Quando gli agenti sfondarono la porta, Pamela era già in fin di vita sul terrazzo dell’appartamento. Soncin ha poi tentato qualcosa di estremo: dopo la carneficina ha inferto a se stesso due coltellate alla gola. Soccorso, è stato ricoverato all’ospedale Niguarda; le sue condizioni, pur gravi al momento dell’arrivo al pronto soccorso, non sono giudicate drammatiche. La Procura di Milano, con la pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella, ha disposto il fermo per omicidio volontario pluriaggravato, chiedendo la custodia cautelare in carcere per Soncin. Contestate, oltre all’omicidio, le aggravanti di stalking e premeditazione, oltre che quella della crudeltà. Nel decreto di fermo si legge che l’uomo avrebbe agito “al culmine di una serie di condotte persecutorie”, avendo minacciato ripetutamente la vittima di morte, e che il coltello sia stato portato da fuori. Il profilo personale di Soncin emerge da quanto raccolto: originario di Biella, residente da tempo a Cervia, imprenditore. Non emerge ancora un passato penale rilevante legato a violenza domestica, ma i testimoni parlano di frequenti episodi di gelosia, isolamento, controllo, violenze verbali e fisiche. Anche in momenti precedenti Pamela aveva manifestato la volontà di tornare a casa dei genitori, nella Bergamasca, lontana da quella relazione per lei diventata insostenibile. 


Ancora una bella immagine di Pamela

Cronache come questa non sono semplicemente fatti di sangue: sono specchi di una cultura che troppo spesso non ascolta i segnali. Pamela, donna giovane, indipendente, con sogni, affetti e voglia di libertà, ha lanciato richieste d’aiuto silenziose, nell’allontanamento non solo fisico ma psicologico, nei messaggi, nei contatti con amici e con l’ex, seguiti dalla decisione definitiva di lasciare. Ma nulla ha fermato la spirale della violenza, una spirale che ha trovato la sua tragedia definitiva nella notte milanese. Oggi Milano piange Pamela. E insieme a lei l'intero Paese che pretende verità e giustizia: che vuole che ogni segnale venga preso sul serio, che ogni richiesta d’aiuto non resti inascoltata. Perché non accada più.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie