Che luglio quel luglio del 2009. C’è il sole, fa caldo e c’è un aretino al Tour. Si chiama Rinaldo Nocentini e quando parte, da Arezzo, anzi da Montemarciano, non lo sa nemmeno lui che sta per entrare nella storia. Rinaldo Nocentini in quel luglio che profuma di Francia, resta in maglia gialla per otto tappe.
Nocentini nella storia, il Noce che fa la storia. Quanto furono belli quei giorni. Una città, la sua provincia e non solo si ritrovò, ogni giorno attaccata al televisore. Tutti a fare il tifo per il Noce tutto giallo. Sembrava di rivivere i Tour in bianco e nero. Quanto fu bello. Tanto che merita ancora ripercorrere quel giorno di luglio del 2009. Faceva caldo. E Rinaldo andava su. In cima alla salita. “Sale Nocentini – scriveva il Corriere di Arezzo il giorno dopo raccontando quella straordinaria impresa – sulla ripida pendenza che porta al villaggio andorrano di Arcalis. Vola Rinaldo e tocca il cielo con un dito. Oggi è maglia gialla. Rinaldo Nocentini entra nella storia del Tour. Il primo della sua carriera. C’entra con il silenzio più assordante che c’è. Com’è nello stile del corridore partito da Monte- marciano e arrivato fino al tetto del mondo. Fatica, sudore e un sogno che oggi si avvera. Nove anni dopo Alberto Elli, Nocentini è di nuovo il primo italiano ad indossare la maglia gialla. Il primo aretino in assoluto.
Quella maglia di leader della classifica generale, l’ha conquistata scalzando dalla vetta lo svizzero Fabian Cancellara (Saxo), in crisi nel finale. Nocentini, che corre per i francesi dell’AG2R, adesso conta sei secondi di vantaggio su Alberto Contador e otto su Lance Armstrong, i favoriti dell’Astana. Se ieri il team kazako ha imposto il ritmo al ’peloton’, l’italiano ha condotto una fuga di nove uomini iniziata all’uscita di Barcellona e che ha raggiunto uno scarto massimo di 14’ verso il 60/o km. Ai piedi dell’ultima salita (10,6 km a pendenza 7,1%, Arcalis si trova a 2.240 m), il gruppo in fuga si è ridotto e Contador è scappato dagli altri leader per cercare la maglia gialla di Cancellara, staccato dietro per la fatica e ora fuori gioco a 5’37”.
La corsa di Contador non è bastata: troppo il distacco dai francesi Brice Feillu (primo su Agritubel in 6h 11’ 31”) e Christophe Kern (Cofidis, a 5”), dal tedesco Frohlinger (25”) e da Nocentini, 5/o a 26”, che li aveva trainati nella fuga. Nocentini aspetta il cronometro e quando è ufficiale il ‘giallo’, scoppia tutta l’emozione: “Questa vittoria è per mia mamma e mia sorella (entrambe scomparse ndr) È una soddisfazione immensa. Ho lottato fino all’ultimo. Quando mancavano circa due, tre chilometri, ero sicuro di farcela - dirà in quel luglio - È il mio primo Tour. Non ero venuto qua per vincerlo, ma almeno per conquistare una vittoria di tappa o la maglia gialla. È arrivata la maglia e sono felicissimo”.
Quella maglia gialla che Rinaldo Nocentini terrà sulle sue spalle per otto giorni davanti a Contador e Armstrong. Conquistata al termine della settima tappa, da Barcellona ad Arcalís e mantenuto fino al 19 luglio a Verbier, quando dovette cederla allo spagnolo Alberto Contador. Un sogno che si avvera. Una gioia per un paese e per la sua famiglia, per chi da sempre ha creduto in lui. In quella settimana tutta gialla i riflettori sono tutti per Rinaldo, quel ciclista che si fa amare ben presto dal pubblico delle due ruote. Lo raggiunge anche la moglie Manola e nel giorno di riposo scattano foto sopra una giostra per bambini che diventa la loro giostra di un sogno chiamato Tour de France.
Sono passati sedici anni da quel luglio fantastico. Nel 2019, a 42 anni, Rinaldo appende la bici al chiodo e si ritira. Dieci anni dopo quel sogno tutto giallo, Nocentini dice basta con il ciclismo. Ha tanti altri sogni. Alcuni si avverano subito altri successivamente e altri ancora ci sta lavorando. Per il momento lavora insieme alla moglie Manola nella scuola di ballo. Di quei giorni resta davvero il dolce sapore di un’impresa. Quel giallo luminoso come il sole, si rifletté fino in Toscana, quando tutti volevano sapere e conoscere di questo ragazzo che aveva cominciato a pedalare giovanissimo. Classe 1977, Nocentini era passato professionista alla Mapei nel 1999, uno dei tanti giovani talenti cresciuti e lanciati dalla squadra del patron Squinzi. Passando poi alla Fassa Bortolo, Formaggi Pinzolo, Acqua e Sapone, AG2R e Sporting Clube de Portugal. Tante maglie per quel sogno giallo che ancora tutti ricordano.