L'INTERVISTA
Cristiano Cini presidente di Ais Toscana
Cristiano Cini, presidente di Ais Toscana, racconta la sua esperienza, mentre è in corso a Sansepolcro Bevi – Borgo Eccellenze Vinicole Italiane, la rassegna di due giorni che fino a oggi trasformerà il centro della Valtiberina in un grande palcoscenico del vino italiano. In questi anni Cini ha partecipato come relatore a eventi di presentazione del vino italiano e come docente di corsi di 2° livello Ais in molti Paesi, come Cina, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Brasile. E’ direttore e fondatore di Wine Tv (canale televisivo piattaforma Sky 815), il primo canale televisivo tematico al mondo esclusivamente dedicato al vino. Wine Tv è la più grande videoteca al mondo sul vino con oltre 1.700 video tematici prodotti. E’ presidente del cda e anche volto televisivo.
- Come nasce la sua passione per il mondo del vino?
Come spesso accade, le cose belle succedono per caso, o forse per necessità, o forse per entrambe le cose. Agli inizi degli anni ‘90 mia mamma Cristina, già sommelier Ais, mi iscrive al 1° livello del corso, perché lavoravo in sala nel ristorante di famiglia La Tagliatella. La mia fortuna è stata quella di entrare in un ambiente inclusivo e passionale, che dapprima mi ha incuriosito e poi fatto innamorare. Poi arrivano la conoscenza con colleghi sommelier e con tanti produttori di tutta Italia, e poi ancora partono le ‘bottiglie condivise’ ovvero veri e propri scambi di sapere, il confronto e la voglia di crescere professionalmente e oggi, dopo 30 anni di vita in Ais, tutto questo continua!
- Qual è il percorso che l’ha portata a presiedere Ais Toscana?
Prima della presidenza ci sono stati i concorsi, che nel gergo della sommellerie significa gara, vere e proprie sfide tra i professionisti dell’epoca a colpi di master, ad esempio sul vitigno Sangiovese o Nebbiolo, le sfide per diventare miglior sommelier d’Italia e tanti altri momenti di confronto. I primi risultati, le prime vittorie mi hanno aperto autostrade per formarmi lavorando in giro per il mondo, presentando i vini toscani o facendo formazione ai sommelier in Usa, Cina, Brasile, Francia, Regno Unito e tanti altri Paesi. Sempre in quegli anni, metà 2000, divento relatore e fondo la prima scuola concorsi, dove passo ai giovani sommelier Ais di tutta Italia le esperienze acquisite. Nel 2010 arrivano i primi ruoli di vertice in Ais ovvero consigliere nazionale, membro di giunta esecutiva e responsabile nazionale area concorsi, dove ho coordinato un gruppo di sommelier top, che si sono occupati di formare i migliori giovani italiani.
Nello stesso periodo ho avuto la soddisfazione di essere direttore tecnico del concorso per miglior sommelier del mondo tenutosi a Londra. Ne conservo un ricordo indelebile. Nel 2018 decido di tornare operativo in Ais Toscana e il gruppo (straordinario) con il quale sono cresciuto mi propone la presidenza, un’esperienza per me nuova quanto stimolante. Oggi sono al mio secondo mandato e in più dal 2022 sono anche corresponsabile della formazione di Ais Italia. Che dire… sono un uomo fortunato e felice!
- L’Ais festeggia i 60 anni di attività: quali sono le iniziative più importanti realizzate e quali quelle in corso?
Ais non si ferma mai, come dicono i produttori di Marsala per indicare un loro grande vino è un... “perpetuo”. Un qualcosa che sfida il tempo rinnovandosi di anno in anno ma rimanendo fedele a sé stesso, traendo giovamento dalle nuove annate, rappresentate dai nuovi iscritti. 60 anni, 46 mila soci e uno stato di salute invidiabile. Il 7 luglio a Milano, dove l’associazione è nata e dove ancora oggi ha sede a livello nazionale, si è tenuta una grande festa che prosegue ancora oggi in ognuna delle sedi regionali. Territori, consorzi, musica, soci e naturalmente la cultura e la promozione del vino e dell’olio.
- Come si diventa sommelier e quale consiglio dà ai giovani che vogliono diventare professionisti del settore?
Sommelier si diventa con la curiosità verso i vini del mondo e con il rispetto per chi li produce. La comprensione del vino è per tutti, il vino è di tutti, non è un prodotto elitario se non nella forma e nei modi di qualsiasi prodotto che fa grande il nostro Paese attraverso il made in Italy. E’ per tutti perché i corsi dell’Associazione italiana sommelier insegnano un metodo, non serve un dono, sia chiaro, servono passione e abnegazione. E’ di tutti perché il vino deve stare dove è sempre stato ovvero sulla tavola degli italiani. Per noi vino significa, storia, vita, cibo e condivisione. La migliore bottiglia che ho bevuto? Quella meglio condivisa e ci tengo a ringraziarti per non avermi fatto la peggior domanda di sempre… ovvero qual è il tuo vino preferito? Grazie. Oggi il vino paga una comunicazione sbagliata, durata troppi anni, dove si è raccontato esclusivamente un prodotto elitario, per pochi. Il vino è l’opposto, è pop! Ci sono migliaia di etichette di qualità acquistabili senza costi eccessivi. Per tornare alla tua domanda, il sommelier bravo è anche il miglior mezzo di comunicazione e promozione per i produttori.
- Quali altri interessi coltiva?
Sono un appassionato di cibo, mi piace la lettura come forma di rilassante apprendimento, amo le persone ma solo quelle non autocelebrative, ambisco ad ascoltare le loro storie e vivo il quotidiano per migliorare la persona che sono, umanamente e professionalmente. Adoro la mia famiglia e i miei amici che per fortuna mi sopportano dall’infanzia. Detesto la routine e ho capito che non si finisce mai di imparare.
- Prossimi impegni?
Il mio lavoro oltre Ais è Wine Tv Group, una realtà ormai decennale che oggi segue una sessantina di aziende di vino in Italia. Ci occupiamo di visibilità, posizionamento, consulenza strategica, gestione dei canali social, produzione di contenuti ed eventi. Mi piace, mi stimola, mi gratifica. In entrambi gli ambiti parlo di vino e incontro la gente del vino, è la mia vita e sono molto fortunato perché me la sono potuta scegliere: mi diverto lavorando.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy