LA STORIA
La famiglia di nutrie
Appello per salvare una famigliola di castorini. Flash mob la mattina del 25 ottobre in zona Tortaia organizzato dalla Rete dei Santuari di Animali Liberi e supportato dalla Leal, Lega Antivivisezionista per chiedere che la famiglia di nutrie che vive nei fossati dove si stanno svolgendo importanti lavori di canalizzazione poco sotto il Tigotà di via Tortaia, non venga soppressa.
Gli attivisti hanno chiesto che le gabbie vengano utilizzate per catturare le nutrie ma senza sopprimerle e che sia offerta loro la possibilità di trovare un altro luogo dove poterle far vivere tranquillamente. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno sottolineato la possibilità di ospitarle presso uno dei loro rifugi o collocarle in un altro luogo idoneo. Le associazioni si sono messe a disposizione delle autorità competenti per discutere qualsiasi trattativa di spostamento.
La nutria, Myocastor coypus, chiamata comunemente castorino, è un mammifero roditore originario del Sud America e introdotto in Europa a scopo commerciale principalmente per la sua pelliccia. È di fondamentale importanza non confondere la nutria con topi o ratti in quanto hanno un codice genetico diverso. Anche le persone del posto si sono affezionate a mamma Adelina e ai suoi cuccioli e sperano di salvarli.
“Molte persone ancora fanno fatica ad accettare il semplice concetto che ogni vita vale, che poi è alla base dell'antispecismo. Chiaro quindi che ci sia stato chi ha commentato con sarcasmo la nostra richiesta come Rete dei Santuari di Animali Liberi di risparmiare la vita a mamma nutria e ai suoi cuccioli. So come vengono percepite certe cose, quindi me lo aspettavo”. A parlare è Francesco Cortonesi, attivista aretino, docente e autore di libri a tema animali, che di recente si è battuto anche per il salvataggio del maialino Spirit/Priscilla, lasciato nella zona di Porta Santo Spirito dopo uno scherzo goliardico, e per il vitello Nino, fuggito da un mattatoio dove era destinato e tuttora ricercato – “Il punto - aggiunge - è che se ci rifiutiamo di riflettere sul semplice fatto che anche questi animali (che per inciso sono castori, non ratti), avrebbero diritto a vivere la loro vita, allora dovremmo tener anche presente che ci potrà sempre essere il rischio che da qualche parte ci sia qualcuno che non veda valore nella vita di qualcun altro. Speriamo non sia la nostra”.
Adesso c’è il caso di Adelina con i suoi 7-8 cuccioli. “Noi – conclude Cortonesi – speriamo ancora di salvarli. Se le istituzioni vogliono dare una chance a questi animali, noi siamo pronti”.
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