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LA TRADIZIONE

La notte tra 1 e 2 novembre è quella dei morti o delle anime. Cibo sulla tavola, lumini accesi e non si spazza la casa

Ersilia Alberti

31 Ottobre 2025, 10:07

La notte dei morti o delle anime

La notte dei morti o delle anime

C'è la notte di Halloween importata, ma c'è anche la notte dei morti o detta delle anime, radicata nelle nostre tradizioni, che si consuma tra il 1 e il 2 novembre, una delle più dense di significato nel calendario popolare italiano.
In questa notte, infatti, si crede che il confine tra il mondo dei vivi e quello dei defunti si assottigli, permettendo alle anime di tornare simbolicamente nelle case dei loro cari. Ecco come si svolge e cosa rappresenta questo rito nelle varie tradizioni

  • È una notte di passaggio, di incontro tra vivi e defunti.

  • Non è una notte di paura, ma di riconciliazione e affetto: i morti “ritornano” per far visita ai familiari, per ricevere preghiere e per “benedire” la casa.

  • La luce (candele, lumini, fuochi) è il simbolo centrale: serve a guidare le anime nel loro cammino verso casa e di nuovo verso l’aldilà.

Ecco alcuni gesti che si compiono nella notte tra l’1 e il 2 novembre, tramandati soprattutto nelle campagne e nei piccoli paesi:

Tavola apparecchiata per i defunti

  • Si lascia una tavola imbandita con pane, vino, dolci o piatti tipici (a volte anche acqua), destinati ai defunti che “ritornano” durante la notte.

  • In alcune case si lascia una candela accesa o un posto libero a tavola, simbolo di accoglienza.

  • In molte regioni (Puglia, Calabria, Sicilia, Veneto, Piemonte) si credeva che le anime venissero a nutrirsi spiritualmente dei cibi offerti.

Luci e fuochi

  • Si accendono lumini, candele o fuochi votivi davanti alle case, nei campi o nei cimiteri.

  • Servono per illuminare la strada alle anime e scaldarle durante la loro visita.

  • In alcune zone dell’Italia centrale e del Nord, questi fuochi erano chiamati “fuochi delle anime”.

Preghiera e silenzio

  • Le famiglie recitano rosari o preghiere dedicate ai defunti prima di coricarsi.

  • Si osserva silenzio e rispetto durante la notte, evitando rumori forti o feste: è il momento in cui si crede che i morti “passino”.

Doni dai defunti ai bambini

  • In Sicilia, ma anche in parte della Campania e Sardegna, si narra che durante la notte i defunti portino doni ai bambini buoni: giocattoli, frutta martorana, dolci.

  • È un rito di continuità familiare: i defunti non sono temuti, ma “nonni invisibili” che ancora si prendono cura dei piccoli.

Le anime in cammino

  • Si crede che le anime dei defunti visitino i luoghi della loro vita: la casa, il pozzo, l’albero, la chiesa.

  • In alcune zone rurali si evitava di uscire di casa o di lasciare gli animali liberi, per non disturbare le anime in processione.

  • In Veneto e in Lombardia, si usava non spazzare la notte per non “offendere” o “scacciare” le anime che erano entrate.

Questa notte rappresenta:

  • Il legame indissolubile tra vivi e morti.

  • La continuità della vita oltre la morte.

  • La speranza cristiana della resurrezione, intrecciata con antichi riti pagani di passaggio e fertilità.

Nel mondo contadino, segnava anche la fine dell’autunno e l’inizio del tempo invernale, un periodo di introspezione e memoria.

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