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Il caso

Marzia Capezzuti, torturata e trovata morta in un casolare. La storia dell'orrore

Julie Mary Marini

26 Novembre 2025, 20:23

Marzia Capezzuti, torturata e trovata morta in un casolare. La storia dell'orrore

Una vecchia immagine di Marzia Capezzuti

Nel silenzio di una tarda sera d’inverno, una ragazza di Milano - fragile, vulnerabile, con il sogno di una vita normale -trova una nuova casa lontano da tutto ciò che conosceva. Si chiama Marzia Capezzuti. Ha 29 anni e uno sguardo intenso che sembra contenere un domani incerto, ma carico di speranze. Nel 2017 lascia Milano per seguire un amore fino a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. Ma quella partenza che per molti rappresenta una promessa di felicità; per lei, diventa l’inizio di un incubo. Il fidanzato Alessandro, un 41enne tossicodipendente, nel 2019 muore a 41 anni. Marzia rimane sola, con il suo stato di salute precario, la sua pensione d’invalidità, la sua fragilità. La sorella di AlessandroBarbara Vacchiano, 45 anni, e il compagno Damiano Noschese le dicono che può restare con loro. Quella casa, però, si trasforma in prigione. Marzia subisce pesanti violenze, privazioni, sevizie, torture

Per mesi, probabilmente anni, la sua esistenza rimane un’ombra, una scomparsa tra le pieghe del paese. Non un volto, non una voce, non un nome: solo una persona inesistente. Alcuni vicini, alcuni cittadini intravedono, sanno, sospettano. Ma il terrore e l’omertà avvolgono tutto. Solo grazie a una segnalazione quel velo inizia a squarciarsi. La svolta arriva con una “confessione” choc: una videochiamata su Instagram tra un ragazzo - figlio di chi le aveva offerto rifugio - e sua sorella. Nel pianto, la frase agghiacciante: “L’abbiamo soffocata”. Il corpo di Marzia viene ritrovato il 25 ottobre 2022 in un casolare abbandonato. La mattina del 19 aprile 2023 i carabinieri entrarono nella casa popolare a Pontecagnano Faiano con tre ordinanze di custodia cautelare: per Barbara Vacchiano, per il compagno Damiano Noschese e per uno dei loro figli minorenne. Le accuse — oltre a omicidio e occultamento di cadavere — comprendono tortura, maltrattamenti, sequestro di persona e indebito utilizzo della pensione di invalidità percepita da Marzia. Per il minore il capo d’imputazione riguarda omicidio e occultamento di cadavere.

Una foto della ragazza nel periodo delle sevizie

Nei mesi successivi, si tengono perizie, sopralluoghi e l’istruttoria scientifica. Il 28 giugno 2023 la relazione medico-legale stabilisce che la morte fu causata da strozzamento, con “forti pressioni sull’osso ioide”. In quella stessa fase vengono accertate in modo definitivo le condizioni in cui Marzia aveva vissuto prima di morire: sevizie, violenze e torture che la ridussero in uno stato di totale vulnerabilità. Nell’autunno dello stesso anno, viene dato il nulla osta alla sepoltura di Marzia. Il 25 settembre 2023 — dopo il completamento degli accertamenti tecnici irripetibili — la procura autorizza la tumulazione definitiva, mettendo fine alla fase investigativa preliminare. Gli imputati — i due adulti e il minorenne — sono accusati di omicidio aggravato, maltrattamenti, sequestro di persona, occultamento di cadavere e altri reati connessi. Il processo inizia nel dicembre 2023: il figlio minore della coppia venne imputato presso il tribunale minorile di Salerno, mentre per i genitori si apre il procedimento davanti alla Corte d'Assise di Salerno. Il ragazzo viene condannato a 16 anni in primo grado, pena ridotta a 10 in appello. Il processo alla coppia è ancora in corso.

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