IL BANDO
Il lavoro degli orti
Venticinque appezzamenti di terreno di varie dimensioni, un bando che scade mercoledì prossimo 10 dicembre e sedici domande che sono arrivate per coltivarli. È la nuova avventura che prende vita. Si chiamano Orti Comunitari, perché servono proprio a fare comunità.
L’idea è venuta all’ associazione Maturamente che ha chiesto alla Fraternita alcuni terreni per essere coltivati e che si trovano al Casolino a San Leo. “Sono di varie dimensioni – dice la presidente di Maturamente, Lucia Massini – a seconda se una persona è da sola, oppure se ha con sé figli o amici”.
Le domande arrivate sono varie: dai più giovani ai meno giovani, da chi rivuole un contatto con la natura a chi invece ci vuole provare per la prima volta. C’è un canone mensile – esiguo – da pagare, dieci euro al mese per spese di gestione, assicurazione e quota associativa.
L’assegnazione degli orti comunitari avviene attraverso un bando scaricabile dal sito dell’associazione. “La concessione per ciascuno appezzamento è di tre anni. Esistono anche delle liste di attesa – ci spiega Lucia – nel caso che qualcuno, cammin facendo, si stufi dell’orto e allora subentra quello che è il prossimo sulla lista”.
Nell’orto si può coltivare ogni genere di frutta e verdura, purché “non vengano usati pesticidi o diserbanti. Ma le verdure o anche la frutta, devono nascere secondo le regole della natura”.
Un ritorno al passato, così come si legge nelle motivazioni della lettera di accompagnamento alla richiesta di “adottare” un appezzamento di terreno. Il bando infatti chiede che ad ogni domanda sia allegata una lettera motivazionale, di una pagina al massimo.
“Abbiamo chiesto di scrivere le ragioni che hanno portato a chiedere l’uso del campo – ci spiega ancora Lucia – Lettere alcune scritte a mano e tra queste si legge, per esempio: ‘per me l’orto è un salvavita’, oppure perché ‘ho dei figli e voglio far assaporare loro la bellezza, ma anche la fatica della terra’”.
Ci sono persone che si sono trasferite ad Arezzo da un’altra località e che nella nuova destinazione non hanno più il loro pezzetto d’orto e così hanno fatto domanda. Oppure qualcuno dice “voglio riassaporare il gusto genuino della frutta e della verdura”. Un trend, quello di coltivare e di stare all’aria aperta, cresciuto subito dopo il Covid.
“Stare chiusi in casa non è mai piaciuto a nessuno – dice ancora Lucia – per questo quando c’è stata la possibilità, le persone hanno riscoperto le attività all’aperto, tra cui l’orto”.
Tutto ciò che verrà prodotto e che nascerà dal proprio appezzamento di terreno sarà ad uso e consumo privato. “È vietata la vendita”, sottolinea ancora la presidente Lucia.
Uno spazio per permettere a bambini, giovani, pensionati e disoccupati di produrre personalmente frutta e verdure di stagione, ma anche un posto per promuovere socialità, inclusione e incontri intergenerazionali per lo scambio di conoscenze, oltre che condividere tecniche orticole, valori ecologici, abitudini di vita sana e principi di sostenibilità urbana.
E dunque avanti con zappa e i semi da piantare ora per raccogliere le soddisfazioni in primavera. La graduatoria delle assegnazioni dal 20 dicembre.
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