LA STORIA
Storia di senza tetto
Apre le porte di casa sua per la vigilia di Natale alla coppia che vive per strada. Il gesto arriva da una giovane aretina che ha già contattato la senzatetto Elena che ha risposto entusiasta “sì”.
È una bella storia che scalda i cuori e che fa credere che un domani migliore sia possibile. La benefattrice è una ragazza che ha deciso di aggiungere due posti a tavola il giorno della vigilia di Natale. Lei non è né una santa e né un’eroina, è semplicemente una donna che ha raccolto gli insegnamenti di sua madre e che ha deciso di metterli in pratica: “Quando eravamo piccoli - racconta - Mia mamma a Natale invitava chi era meno fortunato. Soprattutto anziani soli. Ricordo che alla nostra tavola c’era sempre una persona nuova”.
“Da quest’esperienza ho deciso che quest’anno anch’io avrei voluto fare come mia mamma - continua - spronata anche dalle parole di Papa Leone XIV che ha invitato a ritrovare lo spirito del Natale contro ‘lo shopping dopante’. E così, colpita dalla storia di Elena, ho voluto invitare lei e il suo compagno la sera della vigilia”.
Le due donne si sono sentite successivamente e l’invito va avanti. “Siamo felicissimi - ci dice Elena - Quando ce lo ha detto siamo stati contenti. L’alternativa sarebbe stato un panino per strada o non so che altro. Invece è bello passare un giorno in una casa e sentire il calore della famiglia”.
Attualmente Elena e il suo compagno continuano a dormire per strada, ma finalmente cominciano a vedere una luce in fondo al tunnel di tanta sofferenza, ma anche solidarietà. “Lunedì comincio il corso Haccp - dice - con la prospettiva di trovare un lavoro e di cominciare una vita più dignitosa”.
La storia di Elena e del suo compagno fece presto il giro della città e non solo. Sostenuti dalla Fraternità Federico Bindi e dalla Mensa Caritas, Elena è laureata in pedagogia e la sua vita è precipitata dopo la morte di sua mamma avvenuta nel 2023. Da allora vive con una pensione di poco superiore ai 300 euro insieme al compagno, un ex operaio. Dormono per strada. Uno zaino come cuscino per proteggere le pochissime cose rimaste. Una storia di solitudine, ma anche di solidarietà.
Quella che arriva da una ragazza semplice che ha deciso di tendere loro la sua mano e di non voltare la faccia da un’altra parte. Ma anzi di aprire la sua porta di casa, aggiungere due posti a tavola nel giorno dedicato alla famiglia, come anche loro ne fossero parte. Sì, è proprio una bella e semplice storia che riconcilia con il prossimo.
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