IL CASO
Giuseppe Severino
È passata quasi una settimana dall'investimento pedonale davanti alla scuola di una bambina di 4 anni mentre veniva accompagnata da sua madre. Oggi il babbo, Giuseppe Severino, ha deciso di scrivere una lettera agli aretini. Parole di ringraziamento nei confronti di coloro che in questa settimana “ci sono stati vicino. Sia conoscenti, ma anche soprattutto persone che non avevo mai conosciuto prima d’ora”. Giuseppe e la sua famiglia arrivano dalla Campania. Si sono trasferiti in Toscana circa tre anni e mezzo fa per lavoro. E mai avrebbero pensato a quanta generosità hanno ricevuto in questi giorni.
L'incidente nel quale è rimasta coinvolta la piccola, è accaduto mercoledì scorso tra via Mochi e via Benvenuti, davanti all'ingresso del plesso scolastico Chimera. La piccola era in compagnia della mamma che la stava accompagnando. Prima di tutto come sta la bambina? “Sta meglio, grazie”, risponde Giuseppe. “Abbiamo avuto tantissima paura - continua - per fortuna adesso lo spavento è passato. Mia figlia sta meglio e io non posso che ringraziare le persone che ci sono state vicino in questo momento. A cominciare proprio dal giorno dell'incidente, quando tantissima gente si è subito fatta in quattro per avere notizie della nostra bambina”.
“In questi giorni ci siamo sentiti meno soli e sono stati tanti coloro che ci hanno offerto anche solo un abbraccio in questo periodo che invece, soprattutto per una bambina di 4 anni, dovrebbe essere solo di festa e di spensieratezza”. Continua Giuseppe, rivolgendosi agli Aretini: “Siamo rimasti davvero colpiti dalla grande solidarietà che ci avete dato. Tanti, davvero tanti aretini, alcuni anche sconosciuti che si sono stretti attorno alla nostra piccola famiglia arrivata dalla Campania tre anni e mezzo fa quando nostra figlia aveva solo un anno”.
Giuseppe poi racconta anche di un tratto del carattere aretino che in questo momento si è rivelato l'opposto. “Quando stavamo per trasferirci, ma anche dopo, gli stessi aretini si dipingevano come persone chiuse e diffidenti verso le persone che arrivano da fuori. Invece non è affatto così, siete gente che ha un cuore grande e in un momento di grande angoscia come questo è venuta fuori la vostra vera essenza di generosità e noi, tutti e tre, ve ne siamo grati”.
Giuseppe lo ha scritto anche nel lungo post che ha voluto pubblicare nel gruppo Sei di Arezzo, la comunità virtuale di Facebook. E subito ha ricevuto ulteriori attestati di stima e reciproci ringraziamenti. Tra i tantissimi commenti, quello di una signora che a proposito del carattere degli aretini - chiusi e diffidenti - dice “saremo sì anche Botoli Ringhiosi, ma nei momenti di bisogno, abbiamo un cuore grande così”. E Giuseppe e la sua famiglia lo hanno potuto toccare con mano. Adesso dopo la grande paura, possono pensare di trascorrere un Natale in serenità con la conferma che Arezzo, “nel momento del bisogno”, sa dare tanto.
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