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Caccia ai furbetti

Truffe telefoniche, una tira l'altra. Come funzionano, perché colpiscono tutti e i metodi per difendersi davvero

Tecniche sempre più raffinate e pericolose, ma si moltiplicano anche le iniziative delle forze dell'ordine per insegnare come non farsi fregare

Julie Mary Marini

19 Dicembre 2025, 06:05

Truffe telefoniche, una tira l'altra. Come funzionano, perché colpiscono tutti e come difendersi davvero

Sempre più truffe telefoniche

La voce dall’altra parte del telefono è calma, educata, spesso rassicurante. A volte si presenta come un operatore della banca, altre come un funzionario pubblico, un tecnico informatico o persino un carabiniere. In pochi minuti costruisce una storia credibile, urgente, studiata per mettere fretta e togliere lucidità. È così che oggi le truffe telefoniche continuano a colpire migliaia di persone ogni anno, senza distinzione di età o livello di istruzione, adattandosi ai tempi e sfruttando le nostre stesse abitudini digitali. Il meccanismo è quasi sempre lo stesso: creare una situazione di allarme. Un conto corrente in pericolo, una carta di credito compromessa, un familiare coinvolto in un incidente o in guai giudiziari. Il truffatore gioca sulla paura e sul senso di responsabilità, due leve psicologiche potentissime. Quando l’ansia prende il sopravvento, diventa più facile convincere la vittima a fornire codici, password, numeri di carte o a effettuare bonifici immediati. In quel momento il telefono non è più uno strumento di comunicazione, ma un’arma di persuasione.

Negli ultimi anni le truffe si sono fatte più sofisticate. Non si tratta più solo di chiamate improvvisate da numeri sconosciuti. Grazie a tecniche come lo spoofing, il numero che compare sul display può sembrare quello ufficiale di una banca, di un’azienda di servizi o di un’istituzione pubblica. Questo dettaglio, apparentemente innocuo, abbatte una delle ultime difese dell’utente: se il numero è giusto, allora la chiamata deve esserlo altrettanto. È un’illusione pericolosa, perché le istituzioni serie non chiedono mai dati sensibili o operazioni urgenti al telefono. Particolarmente odiosa è la cosiddetta truffa del finto parente, che continua a colpire soprattutto le persone anziane. La telefonata arriva all’improvviso, spesso con una voce concitata che si finge quella di un figlio o di un nipote in difficoltà. La richiesta di denaro è immediata, giustificata da un incidente, un arresto o una spesa urgente da saldare. In questi casi il tempo è l’elemento chiave: il truffatore insiste perché non si chiami nessun altro, perché non c’è tempo. Ed è proprio lì che si consuma l’inganno.

Le forze dell’ordine e le associazioni dei consumatori ripetono da anni un concetto semplice ma fondamentale: nessuna banca, nessuna azienda, nessun ente pubblico chiede mai per telefono pin, password, codici otp o trasferimenti di denaro. Eppure le truffe funzionano perché non colpiscono la razionalità, ma l’emotività. Anche persone abituate a gestire tecnologia e finanza possono cadere in errore se prese alla sprovvista in un momento di stress o stanchezza. La prevenzione passa prima di tutto dall’informazione. Parlare di queste truffe, raccontare i meccanismi con cui vengono messe in atto, condividere esperienze reali aiuta a creare una sorta di anticorpo collettivo. È importante prendersi il tempo di interrompere la chiamata, verificare in autonomia, richiamare numeri ufficiali trovati sui siti istituzionali e, in caso di dubbio, chiedere consiglio a un familiare o alle autorità. Anche un semplice gesto come riattaccare può fare la differenza tra un sospetto evitato e un danno economico serio.

Le truffe telefoniche, in fondo, raccontano molto del nostro tempo. Sfruttano la fiducia nella tecnologia, la velocità delle comunicazioni, la paura di restare indietro o di perdere qualcosa. Difendersi non significa diventare diffidenti verso tutto e tutti, ma recuperare il controllo del tempo e delle decisioni. Perché nessuna vera emergenza si risolve in pochi minuti al telefono, mentre una truffa sì. Ma per fortuna sono sempre di più i casi in cui i truffatori finiscono per essere scoperti, spesso arrestati. Gli anziani stanno via via imparando a difendersi, a sviluppare gli anticorpi necessari. Certo, sono tantissime le persone che vengono beffate e che perdono soldi, ma si moltiplicano anche le iniziative delle forze dell'ordine, dei comuni, delle proloco per spiegare come difendersi e come far sì che alla fine a rimetterci siano i furbetti di turno e non le presunte vittime.

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